Cultura, prima grana per Giuli: si dimette il capo di gabinetto

Francesco Spano dice addio al ruolo al ministero: “Sgradevoli attacchi personali, non sono sereno”. L’ombra di Report

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Spano Francesco servizio iene

Neppure il tempo di prendere posto al Ministero della Cultura che Alessandro Giuli e Francesco Spano già scivolano sulla prima buccia di banana. La nomina dell’ex capo dell’Unar a Capo di Gabinetto del Mic, che tanti mugugni interni a Fdi aveva provocato, è durata meno di due settimane. Spano, infatti, poco fa ha rassegnato le sue dimissioni.

“Egregio Signor Ministro – si legge nella lettera recapitata a Giuli – Con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di Capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi. Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerLe la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”. Firmato: Francesco Spano. Il quale qualche anno fa era stato costretto ad un simile passo indietro dopo un’inchiesta delle Iene che aveva scoperchiato il caso dei finanziamenti dell’Unar ad una associazione di cui Spano aveva la tessera e nei cui circoli, tra le altre cose, si faceva anche sesso a pagamento (Spano nei giorni scorsi ha perso la causa per diffamazione contro “Le Iene”).

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Ma perché questa decisione a pochi giorni dalla nomina? Il comunicato ufficiale non lo dice, parla di “sgradevoli attacchi personali”. Ma in realtà dietro ci sarebbe Report. Ieri Sigfrido Ranucci aveva rilasciato alcune anticipazioni della prossima puntata che andrà in onda domenica sostenendo che l’inchiesta avrebbe aperto “un nuovo caso Boccia, ma al maschile” coinvolgendo “alte cariche di Fratelli d’Italia”. Il pizzino, un po’ criptico va detto, puntava diretto al Ministero della Cultura che esce da poco dalle dimissioni decisamente rumorose di Gennaro Sangiuliano. Bene. Secondo Repubblica l’inchiesta di Report riguarderebbe la nomina a collaboratore (retribuito) al Maaxi, di cui Spano era segretario generale, del marito Marco Carnabuci. Vero? Falso? Non resta che attendere Report. Di certo c’è che Carnabuci è stato consulente del Maaxi per lungo tempo (dal 2018 al 2021) quando a guidare il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo era Giovanna Melandri. Nel 2023, a marzo, con Spano in un ruolo di rilievo, l’avvocato è stato riconfermato per una “consulenza specialistica per la predisposizione del MOG): incarico che andava dal 13 marzo 2023 al 13 ottobre 2023, per un totale di 14mila euro pagati in tranche trimestrali. Il Domani scrive che “il legale aveva già un contratto al Maxxi prima dell’arrivo di Spano. Proprio lì, quando Carnabuci era già una presenza consolidata presso il Museo, si sarebbero conosciuti e innamorati. Scaduto a ottobre il contratto del compagno di Spano sarebbe stato rinnovato, nei giorni in cui Spano seguiva Giuli al ministero per una carica da cui oggi si dimette”.

“Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano”, scrive il ministro della Cultura Giuli in una nota. “A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il Ministero della Cultura”.

Articolo in aggiornamento

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