Il lockdown programmato per Natale è la prova provata che siamo al regime, con buona pace degli sciocchi, dei collaborazionisti, degli invasati. Il regime, se preferite sub-dittatura, apparecchia il futuro, è una delle sue tare e non gli importano le conseguenze, la strategia e l’ideologia vengono prima. Cosa dice il nostro regimetto azzimato? Che il coprifuoco non ci sarà, poi 48 ore che ci sarà. Che la polizia sanitaria andrà casa per casa, poi no, che abbiamo capito male. Ma li manderanno. E che la chiusura non si farà, però si farà. Non subito, a Natale: mandano in avanscoperta i virologi zdanoviani e quelli non si fanno pregare, perché lo fanno? Per zelo, per protagonismo, per utilità diffuse, per competizione verso gli altri zdanoviani: quello ha detto che si rischiano diecimila morti? Io rilancio a cinquantamila, l’altro dice che sarebbe meglio chiudere i locali a mezzanotte? Io dico meglio il lockdown natalizio. E così resto sulla cresta dell’onda.
Dipende dai cittadini…
Il regime è spregiudicato, si nutre delle proprie menzogne e, altro suo tratto tipico, le riversa sui cittadini. I contagi salgono, i morti per Covid si contano e sono tutti malati gravi sui 90 anni ma non fa niente, basta dire che il virus uccide; e di chi è la colpa? Non del governo inetto, non sia mai, è dei cittadini che in estate osarono andare al mare o a ballare o respirare dopo tre mesi di isolamento. La normalità è criminale, il regime non sbaglia mai e agisce per il nostro bene: “Se ci sarà un nuovo lockdown?” si chiede retoricamente il ducetto pugliese. “Dipenderà dai cittadini”. E subito i servi, gli zelanti: “Ha ragione, colpa vostra, negazionisti, vacanzieri, irresponsabili”. Il ribaltamento osceno, tragico della realtà: la pandemia è colpa di chi le sopravvive, mai del potere, tanto meno di una dittatura che l’ha fabbricata in laboratorio.
Occidente pandemizzato
Strana pandemia, che ha bisogno di scovare i contagiati facendogli fare file notturne per un tampone, altrimenti si guarisce senza aver saputo di essere stati malati, senza esserlo stato davvero. Strana pandemia di asintomatici, di “leggermente positivi”, di “lievemente contagiati”, di verginelle incinte ma appena appena. “Ah, ma in tutto il mondo occidentale è così”. Già, in Africa niente, vedi a volte le stranezze. Ma fosse mai che il tutto il mondo occidentale ci sono autocrati, classi dirigenti infettate dal politicamente corretto, dalle scemenze sul genere e sulla neolingua, totalmente ignoranti e incapaci di fronteggiare una apocalisse che non c’è? No, i regimi sono per definizione perfetti e agiscono per il bene dei sudditi. A costo di spedirli in laogai.
Punire i dissedenti
Il regime scatena il suo odio: chi non si piega alla paura va isolato, diffamato, neutralizzato e i social funzionano alla bisogna. Tutti all’opera: artisti bolliti, comunicatori leccaculo, parassiti in cerca di ingaggio. Chi eccepisce è un dissidente, gli va augurato il peggio, di morire, di vedere sterminata la sua stirpe. Il lockdown di Natale è la classica idiozia da delirio di potere, si sceglie, si programma un blocco totale nell’ultimo periodo utile a salvarsi e lo si fa con il sadismo demente tipico degli aspiranti dittatori: ci hanno tolto tutto, la realtà, la verità, la salute, l’aria e da ultimo i sogni. Niente più favole di Natale per quanto logore, stracciate, niente più mercatini, luci, pranzi coi parenti serpenti, viaggi, festicciole o almeno quella tregua stralunata che abbiamo nei geni, che ci fa tirare un altro annus horribilis, no: Natale in Bulgaria, deserto, spazzato dal vento del nulla, obbligati a temere per la vita anche se di Covid non si muore, non più che per ogni altra malattia. Ma ci convinceranno del contrario, ci indeboliranno il corpo e la mente e poi diranno che ce la siamo cercata, che di covid si muore.