Niente cortei, solo sit-in. Se protesti contro il green pass, contro il vaccino o quello che ti pare, dovrai stare fermo in piedi in una piazza. Stile sentinelle del mattino. È la decisione presa oggi dal Viminale per far fronte alle sempre più numerose manifestazioni di dissenso verso la politica sanitaria del governo. Protestare “sarà consentito” (bontà loro), ma non sarà più come prima. Detto, fatto: dopo aver sbarrato l’ingresso alla piazza di Trieste e emesso il daspo contro Puzzer, ecco le limitazioni estese a tutta Italia.
Pare che Luciana Lamorgese abbia scelto questa linea dopo aver osservato quanto successo a Roma in occasione del G20: nessuno scontro, poche polemiche. Così l’idea sarebbe quella di “allargare” a tutte le manifestazioni no pass quanto applicato nella Capitale in occasione della riunione dei grandi della terra. I no pass potranno riunirsi ma sarà loro interdetto l’accesso ai contri storici o nelle strade dello shopping. Dovranno stare lontano da obiettivi sensibili, anche per evitare al Viminale di ripetere la figuraccia dell’assalto alla Cgil. E potranno urlare la loro rabbia solo da “fermi”: cioè niente cortei. “Vista la risalita dei contagi saranno anche intensificati i controlli sul Green pass – ha spiegato il sottosegretario, Carlo Sibilia – Vanno mantenute le misure di prevenzione in atto e le persone devono essere incentivate a vaccinarsi. Non possiamo correre il rischio di dover fronteggiare nuove emergenze, come altri Paesi UE stanno sperimentando. Ne va della salute pubblica e dell’economia del Paese”.