Niente cortei, solo sit-in. Se protesti contro il green pass, contro il vaccino o quello che ti pare, dovrai stare fermo in piedi in una piazza. Stile sentinelle del mattino. È la decisione presa oggi dal Viminale per far fronte alle sempre più numerose manifestazioni di dissenso verso la politica sanitaria del governo. Protestare “sarà consentito” (bontà loro), ma non sarà più come prima. Detto, fatto: dopo aver sbarrato l’ingresso alla piazza di Trieste e emesso il daspo contro Puzzer, ecco le limitazioni estese a tutta Italia.
Pare che Luciana Lamorgese abbia scelto questa linea dopo aver osservato quanto successo a Roma in occasione del G20: nessuno scontro, poche polemiche. Così l’idea sarebbe quella di “allargare” a tutte le manifestazioni no pass quanto applicato nella Capitale in occasione della riunione dei grandi della terra. I no pass potranno riunirsi ma sarà loro interdetto l’accesso ai contri storici o nelle strade dello shopping. Dovranno stare lontano da obiettivi sensibili, anche per evitare al Viminale di ripetere la figuraccia dell’assalto alla Cgil. E potranno urlare la loro rabbia solo da “fermi”: cioè niente cortei. “Vista la risalita dei contagi saranno anche intensificati i controlli sul Green pass – ha spiegato il sottosegretario, Carlo Sibilia – Vanno mantenute le misure di prevenzione in atto e le persone devono essere incentivate a vaccinarsi. Non possiamo correre il rischio di dover fronteggiare nuove emergenze, come altri Paesi UE stanno sperimentando. Ne va della salute pubblica e dell’economia del Paese”.
Sarà. Quel che è certo, è che per varare la stretta, Lamorgese s’è affidata a una vecchia norma scritta da Roberto Maroni (che ora è suo consulente al ministero) nel lontano 2009. Ai prefetti, si legge nella direttiva, era permesso di:
1. sottrarre alcune aree alle manifestazioni;
2. prevedere, ove necessario, forme di garanzia per gli eventuali danni;
3. prevedere altre indicazioni per lo svolgimento delle manifestazioni.
Il tutto per garantire a chiunque “di riunirsi e manifestare liberamente in luogo pubblico”, ma “nel rispetto di altri diritti costituzionalmente garantiti e delle norme che disciplinano l’ordinato svolgimento della convivenza civile”.
Quelle antiche prescrizioni verranno insomma adattate ai no pass. “Da domani saranno vietati i cortei, e questo vale per tutte le manifestazioni non solo per quelle no vax”, spiega Sibilia. Bene. Ci auguriamo, almeno, che il discorso possa valere anche per chi organizza e realizza rave party illegali qua e là per l’Italia. Avete presente? Prima Viterbo, poi Torino: ora che sa come fare, magari Lamorgese potrebbe applicare anche in questi casi il pungo duro. Anziché riservarlo solo ai no pass.