Commenti all'articolo Da Facebook ai giallorossi, quella voglia matta di censura
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Sal
14 Settembre 2019, 18:32 18:32
A me sembra del tutto normale che una nazione che abbia stabilito in modo democratico e condiviso i valori fondanti del vivere civile possa reagire e/o intervenire per impedire la diffusione di idee che diffondono sentimenti di odio e di violenza.
gianfranco benetti longhini
13 Settembre 2019, 22:26 22:26
NON MI E’ MAI PIACIUTO ESSERE POLEMICO, PERO’ LEGGENDO IL BLOG MI OBBLIGA INSERIRE QUANTO SEGUE.
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Leggendo un articolo su “NEWTON” scritto da Carlo Rovelli per il 7 del Corriere della Sera, mi colpì subito l’ultimo paragrafo, che qui includo.
“Anche nella nostra vita quotidiana capiamo di più quando riusciamo a vedere le cose da una prospettiva diversa da quella a cui eravamo abituati. Cogliamo aspetti nuovi delle cose, che prima ci sfuggivono. E il miglior modo per allargare la nostra prospettiva è piuttosto semplice: provare ad ascoltare come vedono le cose le persone diverse da noi …. ”
Quante volte dissi ad amici, “Ognuno dovrebbe vedersi con gli occhi di chi ci sta guardando, e ogni Nazione dovrebbe vedersi con gli occhi di altre Nazioni! Sono sicuro che così, molti di noi, si comportarebbero in modo più naturale. Chi SA di essere, non ha bisogno di farlo vedere!
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PURTROPPO MOLTI, DI TUTTI I PARTITI, PENSONO DI AVER E LA “VERITA'”. PERSONALMENTE PREFERISCO ASCOLTARE, E POI VALUTARE QUANTO SENTITO, PRIMA DI FARE UNA OPINIONE.
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Credo nella tolleranza, ma spesso trovo difficoltà applicarla CON gli intolleranti!
step
13 Settembre 2019, 19:53 19:53
L’intolleranza dei tolleranti, ovvero il totalitarismo degli illuminati. (Pare che Facebook abbia bloccato senza motivo la caporedattrice di Sputnik Margarita Simonyan). Continuiamo così… speriamo che per reazione qualcuno si svegli, nella marea di codardi e opportunisti.
Carlo Lauletta
13 Settembre 2019, 19:03 19:03
Premetto di avere grandissima ammirazione per la nazione ebraica, sia per la fierezza con la quale da duemila anni essa rifiuta l’ideologia dominante, sia perché gli ebrei, che costituiscono una parte minima della popolazione mondiale, si ritrovano in percentuali altissime tra le persone più intelligenti, a partire da Marx e Freud giganti nella filosofia, Einstein nella scienza, Kafka nella letteratura, Modigliani nella pittura, Eisenstein nel cinema, eccetera eccetera. Questo premesso per prevenire qualunque sospetto, dirò che non ho capíto la nomina di Liliana Segre a senatrice honoris causa (ufficio che mi sembra svolgere in modo non sereno). A quanto mi risulta, invero, quelli che dovrebbero i meriti di questa signora si risolvono nell’essere stata detenuta in un campo di prigionia nazista e nell’averne poi riferito. Se è così, obietto che la sofferenza merita compassione, non ammirazione, e anche nella testimonianza non vedo nulla di eroico.
carlo
13 Settembre 2019, 18:43 18:43
Dovremmo cogliere l’opportunità insita in questa forma di censura. L’opinione pubblica è come l’acqua: trova sempre il modo di passare. Neanche una diga la ferma, per quanto grande e per quanto strano possa sembrare. Se una diga fermasse l’acqua, l’acqua semplicemente finirebbe per traboccare. Essa l’accumula, ma poi la fa passare. La censura su FB e su Instagram, a noi che siamo l’acqua, ci si para davanti come una grande ed insormontabile diga. Ma non è così e adesso esco fuori dalla metafora. FB e Instagram sono un modo facile di veicolare le informazioni e per questo sono diventati la corsia preferenziale per farlo. Ma chiudendo tali corsie, le informazioni finiranno per passare semplicemente da qualche altra parte. Come e dove? Il tempo e il caso faranno il loro corso e ce lo diranno, ma non c’è da dubitare che se le informazioni e le opinioni giravano nell’800 (e anche prima), troveranno il modo di farlo pure oggi. Tanto per fare un esempio: anche su questo sito. Ma magari anche con mezzi più “analogici”. In realtà, la censura su FB e Instagram non è niente rispetto a ciò che credo accadrà. Penso che tale censura diventerà sempre più pervasiva e sospetto che sfocerà in vera e propria repressione. E questa è/sarà proprio la risposta ad un fatto positivo: il “regime”… Leggi il resto »
carlottacharlie
13 Settembre 2019, 18:19 18:19
Gentile Gervasoni, come sempre lei con lucidità racconta spiega, ed è un bel leggere, mi creda. C’è un passo su cui vorrei dire la mia di ,ormai anziana, donna normale. Sono nata nel maggio ’45 in un Lager e non ho patito alcunchè della prigionia, se non una paura folle, ancor oggi, dei rumori che possono ricordare i bombardamenti che ho vissuto nel ventre di mia madre. Non siamo di religione ebrea, i miei genitori furono rastrellati vicino casa in via Manzoni a Milano l’8 settembre ’43. I tedeschi erano furiosi ed avevano bisogno di braccia a costruire V2. I miei furono internati in un campo lavoro e forse la loro fortuna fu – non rida- che non sembravano italiani essendo tutti e due biondi con occhi chiari e che mio padre parlava correttamente tedesco francese ed inglese imparati da bambino. Nel campo attiguo al loro ce n’era uno con camere a gas; la mia mamma raccontava lo strazio di vedere quella gente che passava, tra cui tanti bambini, avviarsi alla morte, lo raccontava e piangeva ed io assieme a lei ed ancor oggi se vedo filmati del tempo, che mai vidi coi miei occhi, piango sentendo un dolore sordo e profondo come se tra quei bimbi ci fossi stata anch’io. Vedere foto filmati del tempo sicuramente provoca dolore ad… Leggi il resto »
A me sembra del tutto normale che una nazione che abbia stabilito in modo democratico e condiviso i valori fondanti del vivere civile possa reagire e/o intervenire per impedire la diffusione di idee che diffondono sentimenti di odio e di violenza.
NON MI E’ MAI PIACIUTO ESSERE POLEMICO, PERO’ LEGGENDO IL BLOG MI OBBLIGA INSERIRE QUANTO SEGUE.
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Leggendo un articolo su “NEWTON” scritto da Carlo Rovelli per il 7 del Corriere della Sera, mi colpì subito l’ultimo paragrafo, che qui includo.
“Anche nella nostra vita quotidiana capiamo di più quando riusciamo a vedere le cose da una prospettiva diversa da quella a cui eravamo abituati. Cogliamo aspetti nuovi delle cose, che prima ci sfuggivono. E il miglior modo per allargare la nostra prospettiva è piuttosto semplice: provare ad ascoltare come vedono le cose le persone diverse da noi …. ”
Quante volte dissi ad amici, “Ognuno dovrebbe vedersi con gli occhi di chi ci sta guardando, e ogni Nazione dovrebbe vedersi con gli occhi di altre Nazioni! Sono sicuro che così, molti di noi, si comportarebbero in modo più naturale. Chi SA di essere, non ha bisogno di farlo vedere!
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PURTROPPO MOLTI, DI TUTTI I PARTITI, PENSONO DI AVER E LA “VERITA'”. PERSONALMENTE PREFERISCO ASCOLTARE, E POI VALUTARE QUANTO SENTITO, PRIMA DI FARE UNA OPINIONE.
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Credo nella tolleranza, ma spesso trovo difficoltà applicarla CON gli intolleranti!
L’intolleranza dei tolleranti, ovvero il totalitarismo degli illuminati. (Pare che Facebook abbia bloccato senza motivo la caporedattrice di Sputnik Margarita Simonyan). Continuiamo così… speriamo che per reazione qualcuno si svegli, nella marea di codardi e opportunisti.
Premetto di avere grandissima ammirazione per la nazione ebraica, sia per la fierezza con la quale da duemila anni essa rifiuta l’ideologia dominante, sia perché gli ebrei, che costituiscono una parte minima della popolazione mondiale, si ritrovano in percentuali altissime tra le persone più intelligenti, a partire da Marx e Freud giganti nella filosofia, Einstein nella scienza, Kafka nella letteratura, Modigliani nella pittura, Eisenstein nel cinema, eccetera eccetera. Questo premesso per prevenire qualunque sospetto, dirò che non ho capíto la nomina di Liliana Segre a senatrice honoris causa (ufficio che mi sembra svolgere in modo non sereno). A quanto mi risulta, invero, quelli che dovrebbero i meriti di questa signora si risolvono nell’essere stata detenuta in un campo di prigionia nazista e nell’averne poi riferito. Se è così, obietto che la sofferenza merita compassione, non ammirazione, e anche nella testimonianza non vedo nulla di eroico.
Dovremmo cogliere l’opportunità insita in questa forma di censura. L’opinione pubblica è come l’acqua: trova sempre il modo di passare. Neanche una diga la ferma, per quanto grande e per quanto strano possa sembrare. Se una diga fermasse l’acqua, l’acqua semplicemente finirebbe per traboccare. Essa l’accumula, ma poi la fa passare. La censura su FB e su Instagram, a noi che siamo l’acqua, ci si para davanti come una grande ed insormontabile diga. Ma non è così e adesso esco fuori dalla metafora. FB e Instagram sono un modo facile di veicolare le informazioni e per questo sono diventati la corsia preferenziale per farlo. Ma chiudendo tali corsie, le informazioni finiranno per passare semplicemente da qualche altra parte. Come e dove? Il tempo e il caso faranno il loro corso e ce lo diranno, ma non c’è da dubitare che se le informazioni e le opinioni giravano nell’800 (e anche prima), troveranno il modo di farlo pure oggi. Tanto per fare un esempio: anche su questo sito. Ma magari anche con mezzi più “analogici”. In realtà, la censura su FB e Instagram non è niente rispetto a ciò che credo accadrà. Penso che tale censura diventerà sempre più pervasiva e sospetto che sfocerà in vera e propria repressione. E questa è/sarà proprio la risposta ad un fatto positivo: il “regime”… Leggi il resto »
Gentile Gervasoni, come sempre lei con lucidità racconta spiega, ed è un bel leggere, mi creda. C’è un passo su cui vorrei dire la mia di ,ormai anziana, donna normale. Sono nata nel maggio ’45 in un Lager e non ho patito alcunchè della prigionia, se non una paura folle, ancor oggi, dei rumori che possono ricordare i bombardamenti che ho vissuto nel ventre di mia madre. Non siamo di religione ebrea, i miei genitori furono rastrellati vicino casa in via Manzoni a Milano l’8 settembre ’43. I tedeschi erano furiosi ed avevano bisogno di braccia a costruire V2. I miei furono internati in un campo lavoro e forse la loro fortuna fu – non rida- che non sembravano italiani essendo tutti e due biondi con occhi chiari e che mio padre parlava correttamente tedesco francese ed inglese imparati da bambino. Nel campo attiguo al loro ce n’era uno con camere a gas; la mia mamma raccontava lo strazio di vedere quella gente che passava, tra cui tanti bambini, avviarsi alla morte, lo raccontava e piangeva ed io assieme a lei ed ancor oggi se vedo filmati del tempo, che mai vidi coi miei occhi, piango sentendo un dolore sordo e profondo come se tra quei bimbi ci fossi stata anch’io. Vedere foto filmati del tempo sicuramente provoca dolore ad… Leggi il resto »