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Da intellettuale a combattente, elogio di Netanyahu

Il Porrodcast by Michele Silenzi

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Nel 1976 un’unità scelta dell’esercito israeliano atterrò in piena notte all’aeroporto della città ugandese di Entebbe per liberare più di cento ostaggi ebrei e israeliani tenuti lì da terroristi tedeschi e palestinesi dopo il dirottamento di un volo partito da Tel Aviv e diretto a Parigi. A guidare quell’impresa era un giovane tenente colonnello, appena trentenne, comandante di Sayeret Matkal, la più prestigiosa unità d’élite dell’esercito israeliano. Il suo nome era Yonathan Netanyahu.

 

Fu lui l’unico caduto militare di quell’operazione perfetta che il giorno seguente fu salutata come un’impresa epocale da tutti i principali media occidentali. Il nome di Yoni, fino ad allora sconosciuto, divenne in Israele sinonimo di eroismo. I fratelli più giovani, tra cui il futuro primo ministro Bibi Netanyahu e i suoi genitori decisero allora, per rendergli omaggio e per farne conoscere la personalità, di raccogliere in un libro le lettere che dai diciotto anni fino a pochi giorni prima della morte Yoni aveva inviato a loro, ai suoi amici, ai suoi amori.

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Le lettere di Yonathan Netanyahu costituiscono una sorta di romanzo epistolare di formazione di un giovane che, dopo essere stato plasmato dalla storia del proprio Paese, l’avrebbe a sua volta plasmata con l’eccezionalità della sua impresa. Le lettere colpiscono subito per la bellezza formale, per la delicatezza dei sentimenti che esprimono ma anche e soprattutto per l’intensità e la forza di carattere dell’autore e per la profondità dell’analisi storico politica. Le lettere tracciano il percorso di un individuo, del tutto consapevole di sé e delle proprie capacità. C’è tutta la trasformazione di un giovane intellettuale in un combattente, che altro non voleva fare se non difendere l’esistenza del suo Stato e della sua gente.

Michele Silenzi, 25 giugno 2023