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Da Onana a Lukaku: il vero top player dell’Inter è Beppe Marotta

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Molto spesso si parla di top player riferendosi a quei calciatori di altissimo livello che per doti tecniche, carisma e dna, sono in grado di fare la differenza all’interno dei propri club, prendendoli all’occorrenza per mano e guidandoli verso risultati importanti. A nostro avviso però si parla ancora troppo poco di quei “top player” che non scendono sul rettangolo di gioco ma che hanno un ruolo sempre più rilevante all’interno delle società di calcio; ci riferiamo ai direttori sportivi e più in generale a quelle figure che hanno la responsabilità di gestire le strategie di mercato dei club.

La loro centralità è diretta conseguenza della cresciuta complessità del loro lavoro – soprattutto in Italia – in cui si trovano a dover trovare una quadra tra esigenze di bilancio ed obiettivi sportivi apparentemente inconciliabili. Il direttore sportivo ideale, operando con risorse via via più limitate, deve essere un eccellente compratore ed un venditore sopraffino; possibilmente dovrebbe ridurre (o almeno contenere) il monte ingaggi ed in ogni caso ha la responsabilità di allestire una rosa competitiva che possa puntare a raggiungere gli obiettivi prefissati (non importa si tratti di lotta scudetto o salvezza). Non esattamente un’impresa banale.

Se da un lato in Italia abbiamo sempre meno top player intesi come calciatori, sicuramente possiamo contare svariati esempi di dirigenti che sono indiscutibilmente top player della loro categoria professionale. Uno di questi non può che essere Beppe Marotta, attuale amministratore delegato (per l’Area sportiva) dell’Inter. Il suo percorso e le sue capacità sono sotto gli occhi di tutti; dopo aver fatto benissimo alla Sampdoria e grandissime cose alla Juventus (sarà una coincidenza che da quando ha lasciato i bianconeri a fine 2018 è iniziata una fase di declino per la Vecchia Signora?) ora sta facendo un lavoro straordinario all’Inter. Bastano poche istantanee per descrivere alcune operazioni da manuale portate a termine negli ultimi anni.

Per approfondire

L’operazione copertina di Marotta è quella più attuale e vede Onana come protagonista. Il portiere camerunense, arrivato la scorsa estate a parametro zero (sottolineiamo a zero) dall’Ajax (l’Inter lo aveva già bloccato ad inizio 2022), dopo una grande stagione vissuta in crescendo, sta per essere ceduto al Manchester United per una cifra complessiva attorno ai 55 milioni di euro (bonus inclusi). Incasso fondamentale per le casse nerazzurre e plusvalenza piena per un calciatore arrivato gratis solamente 12 mesi fa. Sempre in termini di eccellenti operazioni in uscita non possiamo non menzionare le cessioni di Lukaku e Hakimi dell’estate 2021.

Il belga era stato prelevato dallo United nel 2019 per una cifra di 65 milioni di euro (oltre 10 milioni di bonus) e dopo un biennio sfavillante in nerazzurro è passato al Chelsea nell’estate 2021 per una cifra superiore ai 110 milioni di euro, tuttora cessione record per una società italiana; per la cronaca il precedente primato, quello del passaggio di Pogba dalla Juventus allo United nel 2016, apparteneva allo stesso Marotta, all’epoca ad bianconero. Il marocchino (Hakimi), arrivato nell’estate 2020 dal Real per una cifra di 40 milioni di euro (oltre 5 milioni di bonus) e rivelatosi poi come uno dei principali artefici dello scudetto dell’Inter di Conte, è stato venduto appena 12 mesi più tardi al PSG per circa 60 milioni di euro (più 11 milioni di bonus).

Marotta ha mostrato di saper operare con grande efficacia su calciatori svincolati o in scadenza, intercettando tra le opportunità offerte dalle dinamiche del mercato, profili funzionali e di assoluto interesse, senza dover investire sul cartellino degli stessi. Calhanoglu, giunto a parametro zero dal Milan (ferita ancora aperta per i rossoneri) nell’estate 2021 è divenuto pedina fondamentale nello scacchiere di Inzaghi ed ha recentemente rinnovato fino al 2027. Dzeko (ora al Fenerbahce), arrivato anche lui a parametro zero nel 2021 dalla Roma per sostituire Lukaku, si è rivelato prezioso con i suoi gol e la sua abilità nel far salire la squadra. Acerbi, giunto alla Beneamata nell’estate 2022 in prestito dalla Lazio, ha vissuto una stagione in crescendo fino a diventare titolare della retroguardia nerazzurra e convincendo l’Inter a riscattarlo dai biancocelesti.

Mkhitaryan, prelevato dalla Roma a parametro zero nel 2022 si è dimostrato un importante valore aggiunto per il centrocampo nerazzurro innalzandone il tasso tecnico ed arricchendolo con la propria esperienza internazionale. Che dire poi del recente arrivo di Marcos Thuram, a parametro zero dal Borussia Moenchengladbach; soffiato al Milan, l’attaccante francese figlio d’arte, è l’erede designato di Dzeko ma rispetto al bosniaco ha il vantaggio di essere molto più giovane ed il suo inserimento in rosa non ha di fatto comportato un aggravio in termini di monte ingaggi.

È corretto inoltre ricordare anche alcuni investimenti importanti fatti su profili giovani, italiani e futuribili; Barella (classe 97), prelevato dal Cagliari nell’estate 2019 per una cifra attorno ai 45 milioni di euro, è oggi un pilastro del centrocampo nerazzurro e della nazionale di Mancini ed il suo valore di mercato attuale si attesta attorno agli 80-100 milioni di euro. Frattesi (classe 99), da poco strappato al Sassuolo per oltre 30 milioni di euro, ha tutti i requisiti per diventare un punto di riferimento del centrocampo di Inzaghi e può replicare il percorso di crescita esponenziale fatto da Barella negli ultimi anni. Va da sé che in un contesto di operazioni di mercato quasi sempre vincenti, sia fisiologico osservare alcuni casi in cui le decisioni prese non si siano rivelate del tutto azzeccate o comunque non abbiano generato i benefici sperati.

La scelta ad esempio di rifiutare l’offerta di oltre 50 milioni di euro del Psg per Skriniar nell’estate 2022 (a soli 12 mesi dalla scadenza di contratto dello slovacco) è risultata non lungimirante, soprattutto in virtù del fatto che il difensore ha ripetutamente rifiutato il prolungamento di contratto ed è comunque approdato a Parigi questa estate a parametro zero (con l’Inter che ha così rinunciato ad un lauto incasso e ad una importante plusvalenza). Allo stesso tempo, l’acquisto di Correa dalla Lazio nel 2021 per una cifra attorno ai 30 milioni di euro, prestazioni alla mano si è dimostrato errato, con l’attaccante argentino (fortemente voluto da Inzaghi che lo aveva già allenato in biancoceleste) che ha deluso le attese e non è da escludere possa essere ceduto in questa sessione di mercato.

Non v’è dubbio che il buon Beppe Marotta abbia in serbo altri colpi per chiudere in bellezza questa sessione di mercato e affidare ad Inzaghi un’Inter competitiva che possa puntare allo scudetto ed andare lontano anche in Champions; riportare Lukaku a Milano (facendo leva sulla volontà dell’attaccante), acquistandolo a “sconto” dal Chelsea dopo che lo stesso Chelsea lo aveva pagato oltre 110 milioni di euro nel 2021 sarebbe un’operazione davvero geniale. Allo stesso tempo siamo certi che il dirigente interista ed il suo gruppo di lavoro stiano già lavorando sotto traccia per pianificare nuovi ed eccellenti colpi in vista delle prossime sessioni di mercato.

Ma indipendentemente da chi arriverà e da chi scenderà in campo, non è che l’Inter il proprio top player l’abbia trovato in Beppe Marotta?

Enrico Paci, 15 luglio 2023

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