Alleanza sinistra verde e leninista è come aprigiugno: una costruzione del pensiero, anzi mediatica, una entità che non c’è, che c’è solo perché si dice che c’è, perché si vuole che ci sia, ma non c’è. Andatevele a vedere le medie di aprile giorno per giorno, anche comparate: inizio freddino, qualche giorno di caldo appena superiore, ma niente di che – in Sicilia il bagno ad aprile lo facevano già i saraceni – poi, a metà, il crollo e ancora adesso in finale di mese nevicate, tormente, bufere ovunque, all’Adamello, in Liguria, in Emilia Romagna, non parliamo della Val d’Aosta, delle Alpi. Aprinovembre, se mai, aprigennaio. Ma i climatologi di servizio son come i virologi, sempre di servizio, e allora: aprigiugno, aprigiugno.
Sinistra verde e leninista scoppia di questi climarobi, non esiste, è una succursale del Piddì come la era l’atroce Articolo 1 di D’Alema e Bersani, che stavano dietro a Speranza. Sinistra Lenin non c’è però c’è ed è la fabbrica di fenomeni della premiata ditta Bonelli&Fratoianni, impresari fantasia: dopo il capolavoro Soumahoro, non paghi, hanno raccattato Ilaria Salis, 4 condanne, 29 procedimenti, detenuta in Ungheria, evidentemente con tutti i requisiti per finire al Parlamento europeo; non paghi ancora, imbarcano anche il prestigioso intellettuale Christian Raimo, quello convinto che “bisogna picchiare i nazisti”. I nazisti sarebbero tutti quelli che non piacciono a lui, a Ilaria Salis, agli impresari Bonelli&Fratoianni, a (o)Scurati, eccetera.
More solito, la sinistra questa è, tolleranza a mille per balordi, ladri, farabutti ma se uno la pensa semplicemente in modo diverso, in nome della tolleranza inclusivista, va sprangato. Ricordate? “Uccidere un fascista non è reato”, “Hazel 36 fascista dove sei”. Roba di mezzo secolo fa, ma sempre buona. Giochiamo di fantasia: la professoressa Salis, occasionalmente libera, ci imbastisce le sue lezioni e ci interroga gli studenti: tu, che hai fatto? Ho preso a sassate un nazista. Bravo, 7+, anzi 8.
Ora, tutto si può dire di Alleanza sinistra rossa, verde, leninista, ma non che ci sia una coerenza. Perché gli altri, tutti gli altri, risucchiano la qualunque, facce improbabili, usato sicuro ballerino, best seller a capocchia, la Schlein risucchia se stessa, anche se poi come al solito se capiss nagott di quello che vuol fare, il nome nel simbolo, no il simbolo nel nome, no lei nel nome, no il simbolo nella faccia, no le convergenze circolari nel Piddì, insomma comunque ella pensa di essere un valore aggiunto, che Stalin la perdoni, e quindi si mette capolista dappertutto però forse no però io sono io, io, io, tipo Saviano.
La Elly aspira se stessa (scusasse: non faceva prima a mettersi nel simbolo con la verità: “Elly Bergoglio Schlein”? Fateci caso, è la figlia naturale di Jorge Maria, e questo è uno scoop) e recluta un vero circo equestre di sardine, ereditiere, onghettine, maturisssime annunziate dalla verità comunista (“Io, candidata, mai, io col Pd mai”: si è visto, capolista in tutto il Sud), ex direttori cattocomunisti, ma più comunisti, un gran casino dove, per forza di cose e di segretario, non ci si orienta.
Sinistra Europa Verde Rossa Lenin no. Bonelli&Fratoianni no: loro, scusate, sono co-e-ren-ti! Candidano una che secondo le accuse manganella i “nazisti”, e uno che teorizza le manganellate agli stessi. Pensiero e azione. Sono mazziniani, altro che cazzi. Però, attenzione, ad una condizione: perché su queste cose sono serissimi, rigorosi, non si tratta, non si tergiversa. Niente ambiguità, niente mosse dell’ultimo momento. Bocce ferme: i soldi. Volevi solo soldi, soldi. O Soros, o morte.
Il circo di sinistra ne è invaso, inondato, infestato, impestato, pioggiadorato, fate vobis. Ma dove c’è piddì, sinistra italiana, sinistra verde alleata sovietica, le no profit vicine al filantropo, che nome, fa un po’ ridere, ungherese, non possono mancare. Neanche per la premiata ditta: Fratoianni, 110mila euro “in servizi”: non gli basta essere parte della coppia più glamour del Parlamento, i Fratoiotti, Nico ed Eli, migliaia di euro al mese in due di diaria parlamentare, piglia a schiaffi la miseria, chi più spende meno spende, così si fa la lotta in nome e per conto del proletariato globale; poi il deputatino Avs Marco Grimaldi, appena 24mila, come i baci di Celentano, che comunque niente non è; e via contando e cantando. Non paghi ma pagati.
Quindi, la morale è che: la sinistra becca da un supercapitalista come Soros. Ed è grazie a questo speculatore che già nel 1992 riusciva manovrando a mettere in ginocchio la sterlina britannica e la lira italiana, e che non ha più smesso da allora di tessere le sue trame torbide contro tutto l’Occidente, ma sempre in un’ottica di liberismo sia pure sovversivo, gente come la Salis viene candidata. Se poi si considera che Soros è ungherese d’origine, il cerchio comunista si chiude in un modo a dir poco mirabile.
Ma che spettacolo! Poi sarà da vedere l’esito: tutto da dimostrare che un simile parterre de roi porti al sospirato 4%, sospirato perché la UE, diciamola chiara, vuol dire soldi, soldi per chi ci va. Insomma stiamo a vedere, ed è probabile che a giugno ci faremo quattro risate, anzi otto. Ma già adesso, possiamo sorridere, magari amaro: è sempre il solito modo meraviglioso che hanno i comunisti leninisti di far guerra al capitale: incassandolo. Perché la fine del capitalismo è come aprigiugno: arriverà, ma domani (intanto, oggi si mette il fieno in cascina: thank you, comrade George, I’ll flip!).
Max Del Papa, 23 aprile 2024
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