L'intervista

“Da Schlein silenzio inquietante. Ora condanni le femministe”

Maria Rachele Ruiu e l’assalto di “Non una di meno” a Pro Vita & Famiglia: “Fatti cruenti e violenti”

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Maria Rachelke Ruiu

“Questa mattina siamo venuti in ufficio e guardate cosa abbiamo trovato?”.
Iniziava così il video denuncia di Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, mentre mostrava le serrande della sede della Onlus “magicamente” ripulite e imbiancate dagli addetti del Comune di Roma. Tolti gli insulti, passata la paura? No. Non si placano infatti le polemiche per l’assalto di sabato scorso durante la manifestazione contro la violenza sulle donne promossa da Non una di meno. La politica discute, il sindaco Roberto Gualtieri tace e intanto l’associazione, tramite la portavoce Maria Rachele Ruiu, accusa “l’inquietante” silenzio da parte della sinistra verso “fatti così violenti e cruenti”. ”

Maria Rachele, perché questa assenza da parte del sindaco e tutta questa fretta nel ripulire tutto?
“Il silenzio di Schlein e di Gualtieri è inquietante. Inquieta non riuscire a prendere le distanze con chiarezza da fatti così violenti e da un’associazione, Non una di meno, che rivendica l’assalto usando un linguaggio da Brigate Rosse (“abbiamo sanzionato”). Se non dovesse giungere una condanna aperta, chiara, senza se e senza ma contro questo attacco, dovremmo forse pensare che questo silenzio sia un tacito assenso alla violenza? Ripeto: perché il Pd non condanna queste frange più estreme, più violente e più pericolose delle transfemministe? Anche Gualtieri, che era presente alla manifestazione, invece si denunciare si è sbrigato a far cancellare le prove del reato: ha mandato a ripulire le serrande dalle minacce di morte.
Forse la nostra sede vandalizzata ricordava loro la violenza che non riescono a condannare?”.

Parenzo alla Zanzara ha detto che alcune vostre campagne sono violente, affermando che “fortunatamente qui non siamo in Ungheria”. Cosa sente di rispondere a queste affermazioni?
“È un teatrino già visto, che racconta la follia di ciò che stiamo vivendo. Fatemi capire: loro tentano di incendiare la sede, dicendo che dovremmo bruciare lì dentro, e siamo noi a doverci giustificare? Questi sono gli stessi che vorrebbero entrare nelle scuole dei nostri figli per educarli a questa guerra contro la vita, contro la famiglia, a quest’odio contro il maschio, contro le donne che non la pensano come loro, contro i bambini, soprattutto i più piccini. E si offendono se non vogliamo permetterglielo?”.

A proposito di violenza, lei alcuni mesi fa ha raccontato di essere stata offesa “non per i miei discorsi” ma “per il mio taglio di capelli” e per aver parlato “con alle spalle il logo di Pro Vita & Famiglia”. È successo durante L’aria che tira condotto da Parenzo. Ha mai ricevuto delle scuse o solidarietà dal mondo femminista?

“Dopo quella triste e squallida vicenda ho ricevuto le scuse in maniera molto chiara e netta da parte di David Parenzo, che è stato molto gentile, che mi invitato nuovamente insieme a Cecchi Paone per dargli la possibilità di chiedermi scusa. Lui non l’ha fatto, anzi ha rincarato la dose dicendo che assomigliavo obiettivamente ad Arturo Brachetti, addirittura chiedendo alla regia di mostrare una sua foto. La cosa che più mi ha colpito è che accanto a me c’era Michela Marzano, una donna che ha fatto della violenza contro le donne un cavallo di battaglia eppure ha taciuto di fronte a quelle offese. Questo mi è dispiaciuto, perché era proprio lì accanto mentre continuavano a dirmi che assomigliavo ad un uomo, nonostante fosse oramai chiaro che il mio taglio di capelli è dovuto da un percorso oncologico”.

A proposito di violenza sulle donne, nel progetto lanciato dal ministro Valditara, ‘Educare alle relazioni’, è previsto anche il coinvolgimento delle associazioni pro-vita. Qual è la sua posizione a riguardo?
“Ma chi deve educare i figli, la famiglia o lo Stato? È lo Stato etico? Anziché fare lezioni sulle relazioni sentimentali o sessuali in classe, addirittura dalle elementari, il che significherebbe imporre il mondo dei grandi ai più piccoli, penso che sarebbe opportuno per tutti ricominciare a leggere e a studiare la Costituzione. Fare dei corsi per docenti e studenti sulla Carta, perché lì c’è già tutto: diritti, libertà, rimozione delle disuguaglianze, dignità umana, famiglia. Aggiungo che qualsiasi progetto che si voglia fare a scuola e che lambisca temi intimi e delicati, o i convincimenti delle famiglie, cioè tutto quello che si aggiunge allo studio curricolare (storia, matematica, italiano…), dovrebbe passare al vaglio dei genitori, dopo opportuna e dettagliata informativa. Non può essere obbligatorio.
Poi dal mio punto di vista, se devo essere sincera, credo che corsi simili non andrebbero proprio fatti a scuola”.

A suo avviso, dopo questo ennesimo atto vandalico nei vostri confronti pensa che le cose cambieranno o continuerete ad essere un bersaglio?

“Io penso che, quanto meno, questo ennesimo atto vandalico così violento abbia buttato giù la maschera di una parte ideologica che, in nome dell’emancipazione della donna, promuove una guerra contro la vita e la famiglia. Penso che questo sia almeno sotto gli occhi di tutti. Per alcuni esistono donne di serie A e donne di serie B, cioè donne da intimorire o a cui augurargli la morte. Dopodiché sono dell’83, non ho vissuto il tempo delle Brigate Rosse, ma certo mi spaventa che si usi questo linguaggio. E siccome la violenza genera violenza, ripeto, ci aspettiamo una condanna decisa da tutti, anche dalla Schlein, da Gualtieri e da tutti quelli che si ergono a moralizzatori dai loro pulpiti ora troppo silenziosi”.

Nemes Sicari, 1 dicembre 2023

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