Politica

Da sinistra una critica alla sinistra: quanta ipocrisia sui migranti in Albania

L’immigrazione clandestina, in Italia, non è un reato. È un illecito amministrativo, si paga con una multa. È un reato lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Eppure, in Italia, sin dal lontano 1999, esistono strutture in tutto e per tutto simili a carceri, gestite con le regole di un carcere, in cui vengono rinchiusi gli immigrati irregolari. Si chiamano CPR, oggi, perché una volta si chiamavano CIE. Dai centri di identificazione ed espulsione si è passati ai centri per il rimpatrio.

Ma solo il nome hanno cambiato: sono anni che mettiamo di fatto in carcere persone che non hanno commesso alcun reato. E non per poco tempo, perché la meravigliosa burocrazia italica prolunga per diversi mesi i tempi di “soggiorno”. Alcune di queste strutture sono state anche oggetto di denuncia per le condizioni disumane e immorali in cui i colpevoli di illecito amministrativo sono costretti a sopravvivere. Perché vivere è una parola grossa, sacra. Il tutto pressoché nel silenzio. Di tutti.

Ora, se prima di strapparci, anche giustamente le vesti per il centro voluto dal nostro governo in Albania, urlassimo il nostro pari se non superiore sdegno, per strutture simili in tutto e per tutto a quel centro, che anziché oltre Adriatico, fioriscono nel giardino di casa, avremmo fatto un corretto utilizzo della coerenza, dell’onestà e della morale.

Guglielmo Mastroianni, 21 ottobre 2024

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