Suonato fin che vuoi ma carogna di più. In articulo mortis del suo mandato, il de-presidente de-mansionato Joe Biden spara un’ultima raffica di medaglie, una più vergognosa dell’altra. Sono tutte in palese polemica verso il successore, sono tutti o quasi tutti personaggi coinvolti nel peggio del woke, della sua orrida amministrazione, che resterà la peggiore dai tempi di Carter e oltre.
Ecco a voi la vergogna: “Joe Biden consegnerà oggi (l’evento è di ieri) alla Casa Bianca 19 Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile Usa. Nella lista figurano Hillary Clinton, George Soros, il defunto Robert Francis Kennedy (padre del designato ministro della salute Rfk junior) e il padre dell’ex senatore Mitt Romney, tutte figure che segnano una contrapposizione a Donald Trump. Nell’elenco anche leggende dello sport come Lionel Messi e Magic Johnson, il frontman degli U2 Bono, gli attori Denzel Washington e Michael J. Fox, le star della moda Ralph Lauren e Anna Wintour, lo chef filantropo José Andrés e l’ex capo del Pentagono Ashton Baldwin Carter. (ANSA)”.
Ma quanti bei filantropi madamadorè, ma quanti miliardari. In prima fila la trombata, Hillary, quella che sussurrava alle banche, “gli straccioni non ci interessano”, e Soros, l’immortale destabilizzatore dell’Occidente, quello che con una speculazione mandava a picco la lira italiana (e la sterlina inglese) e da allora, grossomodo l’entrata nella Ue e nell’euro, vedi a volte le coincidenze esoteriche, l’Italia non avrebbe fatto altro che annaspare, a volte con inesausta vitalità, altrimenti con resilienza ripiegata. Soros, lui, è quello che ha riempito l’Europa di clandestini, di tagliagole, di balordi: da noi, gente come il gruppuscolo Bonino si vanta apertamente di venirne sovvenzionato, ma questo paga mezzo mondo e sempre per gli scopi più turpi: ecco solo un minimo assaggio, da una Adnkronos di 6 anni fa: oltre 8,5 milioni di dollari, per l’esattezza 8.527.948. È l’ammontare dei ‘grants’, le sovvenzioni elargite in Italia dalla Open Society Foundations di George Soros nel biennio 2017-2018.
Tra i beneficiari, movimenti politici come i Radicali Italiani, think-tank come l’Istituto Affari Internazionali, onlus e Ong impegnate sul fronte dell’immigrazione e delle politiche di accoglienza e perfino il Comune di Ventimiglia. In tutto, secondo i dati ottenuti dall’Adnkronos, la fondazione del miliardario-filantropo statunitense di origini ungheresi ha finanziato 70 progetti: 32 nel 2017, per un totale di 4.140.318 dollari; e 38 nel 2018, per 4.387.630 dollari. Il campo d’azione principale dell’impegno della Open Society Foundations in Italia rimane l’immigrazione. Ai Radicali Italiani, ad esempio, sono andati in tutto 298.550 dollari nel 2017, per “promuovere un’ampia riforma delle leggi italiane sull’immigrazione attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”.
Sempre sul fronte migranti, ben 385.715 dollari nel 2018 sono stati assegnati all’Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che in passato ha pubblicato anche la rivista Diritto Immigrazione e Cittadinanza, in collaborazione con Magistratura Democratica. Tra la miriade di sigle, enti pubblici e privati, Ong e onlus che hanno beneficiato della generosità di George Soros spiccano anche i nomi dello Iai, l’Istituto Affari Internazionali che nel 2018 ha ricevuto 230.192 dollari “per educare e favorire il dialogo con gli attori politici sui nuovi approcci all’immigrazione e alle politiche di asilo europee, a beneficio di migranti, rifugiati e società ospiti”.
La cifra più consistente, nell’elenco ottenuto dall’Adnkronos, è quella assegnata nel 2017 a Purpose Europe Limited, ben 1 milione di dollari. L’organizzazione non sembra riconducibile direttamente all’Italia, ma in riferimento al nostro Paese, ha tra l’altro pubblicato nel luglio del 2018 il rapporto, “Attitudes towards National Identity, Immigration and Refugees in Italy”. L’attenzione alla politica e al dibattito pubblico in Italia della Open Society Foundations è confermato anche ai 25mila dollari concessi nel 2017 all’Università di Urbino – Carlo Bo, per un progetto riguardante la “mappatura dell’informazione politica sui media italiani in vista delle elezioni politiche del 2018”.
Sempre nel 2017, 24.828 dollari sono invece stati concessi al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia per un workshop dedicato ai social media e alla comunicazione politica. Come da tradizione nelle iniziative promosse dalla fondazione di Soros, c’è anche il sostegno alle comunità Rom. Punto di riferimento è l’Associazione 21 luglio, che tra il 2017 e il 2018 ha ricevuto due sovvenzioni per un totale di 170.144 dollari. Altri campi di azione finanziati dalla Open Society Foundations in Italia spaziano dalle iniziative ambientaliste, alla difesa dei diritti umani, all’assistenza sanitaria ai migranti che sono fuori dai circuiti ufficiali di accoglienza, al monitoraggio dell’industria degli armamenti. Una somma consistente, 83.500 dollari, è stata anche elargita nel 2018 per la “revitalizzazione del parco pubblico di Ventimiglia”, di cui 58.500 dollari direttamente al Comune della città ligure, all’epoca guidato dal sindaco del Pd Enrico Ioculano”.
Qui c’è tutto. Ed era ancora sei anni fa, figuriamoci dopo. Soros, la Clinton e compagnia medagliata sono i responsabili del genderismo, del vaccinismo coercitivo e illimitato, della censura artistica, della revisione storica, dell’implosione dell’occidente, della sua resa all’Islam teppistico, ultimo saggio del quale abbiamo avuto a Capodanno, sotto gli occhi della Madonnina del Duomo. Per non parlare di quello radicale, e lì bisognerebbe citofonare alla Casa Bianca, a Biden. Con loro, campioni globali dell’ipocrisia, come le facce da Bono Vox, i megafoni del wokismo modaiolo come la Wintour e Ralph Lauren, gli assi dello sport sensibili al politicamente corretto ossessivo ma ancor più ai dollaroni dei reami, sultanati autoritari e repressivi per le minoranze che fingono di difendere in patria, per l’ambiente che inquinano con la loro sola presenza, i loro jet e navi personali.
Questi qui sarebbero medaglie d’oro per la libertà? Se mai per l’impunità a tutti i livelli a partire da quello morale, etico. Poi si potrà dire che non è più lui, che lui manco li riconosce più: affari suoi, l’obiezione non regge, le scelte vengono formalmente dal Presidente e il Presidente ne risponde. Con questo finale della vergogna, Biden, che per penultimo atto ha salvato il figlio da un giudizio per crimini orrendi, si conferma l’abisso. Nessuno considera Trump il salvatore e un liberale vero è allergico agli uomini della provvidenza, di qualsiasi matrice, storia e colore, ma certo Biden è stato l’uomo della sciagura, e che si congedi farfugliando e sbandando, parlando con il vento, sbattendo contro i pali, appare una forma di giustizia divina, seppur troppo minima, davvero troppo.
Max Del Papa, 5 gennaio 2025
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