Politica

Da Tortora alla Salis: che fine degradante per la politica

Lo storico conduttore tv vittima di un errore giudiziario fece a meno dell’immunità parlamentare. Altro che Ilaria Salis

© Khwanchai Phanthong's Images tramite Canva.com

Enzo Tortora, nel marzo del 1984 fu candidato nelle liste del Partito Radicale e il 14 giugno fu eletto deputato al Parlamento europeo, con oltre mezzo milione di preferenze. Fu un’idea di Marco Pannella che si era convinto dell’innocenza del popolare giornalista.

Enzo Tortora fu esposto con i ceppi in mondo visione dalla televisione italiana, un uomo perbene, una persona colta e garbata, vittima di un grossolano e tragico errore giudiziario, lo Stato italiano lo ha ucciso, un pubblico ministero lo ha definito “un cinico mercante di morte” a seguito di quell’agonia giudiziaria – che poi lo vide totalmente estraneo – il cancro se lo portò via. Nessun giornalista ha mai pagato per la gogna, nessun magistrato italiano ha mai pagato.

Oggi i questurini verde-rossi, quelli che vorrebbero far arrestare chi non la pensa come loro per il reato di “negazionismo climatico” portano nel parlamento Europeo una tale Ilaria Salis, ma non si conoscono i meriti di questa signora se non una fedina penale densa di stupidi reati da centro sociale e l’occupazione abusiva di una casa popolare. Nonostante l’elezione garantisse a Tortora l’immunità parlamentare, fu lui stesso a chiedere l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

Diventò uno straordinario paladino del garantismo, un esempio da seguire, un leader politico di primo livello. L’elezione della “attivista” (non si sa bene di cosa) Ilaria Salis messa a confronto con la vicenda Tortora mostra un tragitto comune, ma una incredibile differenza, segna il degrado della politica. Da Marco Pannella a Nicola Fratoianni, da Enzo Tortora a Ilaria Salis.

Andrea Bernaudo, 18 giugno 2024

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