In politica non funziona così: non è che ripetendo “tornerei volentieri al Viminale” alla fine il premier ti ci rispedisce davvero. Quella che all’inizio sembrava una boutade, un modo di Matteo Salvini per riprendersi la scena, sta diventando pian piano qualcosa di via via più scivoloso.
Il leghista, pur rinnovando la sua fiducia a Matteo Piantedosi, dal giorno dell’assoluzione sul caso Open Arms è in pressing su Palazzo Chigi per riprendersi ciò che ritiene gli spetti di diritto. E a poco sono serviti i “no” di Giorgia Meloni (“Penso che oggi sia io che lui siamo contenti dell’ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell’Interno”), di Galeazzo Bignami (“non è all’ordine del giorno”), di Giovanbattista Fazzolari (“nessun rimpasto”) e di Antonio Tajani (“si occupi del Ponte sullo Stretto”). Il “capitano” insiste, magari per alzare la posta e ottenere concessioni altrove, ma in qualche modo dando una scossetta al governo sotto Capodanno. I giornali, anche in assenza di idee migliori, si sono buttati a capofitto sulla diatriba tra chi tira fuori “superclausole” anti-Salvini e chi parla di un piano in due mosse del leader leghista, pronto a spedire Piantedosi o al Dis o in Campania per sfilargli da sotto la sedia.
La politica è l’arte dell’impossibile, quindi guai a dare per scontato che Salvini non metterà mai più piede al ministero dell’Interno. E se dovesse accadere un giorno, dovremmo pure stappare champagne: in fondo quando ha lavorato al Viminale l’ha fatto discretamente bloccando gli sbarchi. I numeri non mentono. Però al leader leghista in cerca di metodi per risollevare i sondaggi bisogna ricordare, di nuovo, che ogni stagione politica ha le sue regole. E quella attuale esclude politicamente che sia FdI che Forza Italia gli facciano il “regalo” di tornare anzitempo ad occuparsi “della sicurezza degli italiani”. Ne va al momento della stabilità del governo che, per quanto si ostini a mettere a terra varie scemenze (auto elettriche aziendali detassate, assicurazione ai monopattini, keybox e affitti brevi, ecc ecc), ha fatto anche cose buone, resiste ed è stabile. Star lì a muovere le pedine di un equilibrio precario appare inutile oltre che rischioso. Quindi dai Mattè, adesso anche basta tirare la corda. O prima o poi si spezza.
Giuseppe De Lorenzo, 30 dicembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).