Politica

Dall’energia alle ritorsioni: cosa c’è dietro la liberazione di Almasri

Polemiche inutili sulla Meloni: qualcuno direbbe “la situazione era un po’ più complessa”

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In tanti, in queste ore, stanno polemizzando con Giorgia Meloni secondo cui la liberazione di Almasri era una questione di sicurezza nazionale. Si dice infatti che, per la sicurezza nazionale, sarebbe stato meglio se Almasri fosse rimasto in carcere. In linea di massima sì, è ovvio che secondo ogni coscienza un torturatore di tale calibro è sempre meglio saperlo chiuso fra quattro mura, piuttosto che libero di continuare a perpetrare i suoi crimini. Però bisogna anche capirsi su cosa si intenda per “sicurezza nazionale”.

Perché intanto non stiamo parlando di un soggetto gradito ad un governo estero lontano da noi con cui ci si interfaccia giusto al buffet dei summit internazionali: la Libia è di fatto il vicino di pianerottolo, quello con cui da anni cerchi un giusto compromesso per evitare che ti metta fuori uso l’ascensore tutti i giorni. Un vicino che, peraltro, ha la chiave dei contatori elettrico e del gas, che se vuole ti mette in crisi e ti lascia senza riscaldamento in pieno inverno. Insomma, uno con cui magari evitare di andare allo scontro.

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E poi bisogna anche essere coerenti, perché ricordo bene chi accusava il governo di non aver avvisato e protetto in tempo, al momento del fermo dell’ingegnere iraniano, i nostri connazionali in Iran, fra cui Cecilia Sala, esponendoli al rischio di ritorsioni. Pensate a quanti siano gli italiani stabilmente in Libia. Insomma, citando un noto e cinematografico scambio di battute fra Andreotti e Scalfari, direi che “la situazione era un po’ più complessa”…

Guglielmo Mastroianni, 31 gennaio 2025

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