Guerra in Medio Oriente

Dall’Iran ad Hamas: la “dottrina Brzezinski” ci si è ritorta contro

Israele non è un santo ma combatte contro il diavolo. Che noi ci stiamo portando in casa

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Fateci caso: tutti quelli che tifano per la «Palestina» o sono comunisti (riflesso condizionato di quando l’Urss remava contro Israele) o oscillano tra «perfidi giudei» e «Lepanto» non sapendo decidersi, o sono semplicemente nostalgici. Vabbè, io intanto vedo gli invincibili guerrieri di Allah sgozzare a tradimento vecchietti che fanno la spesa e nascondersi sotto i reparti di pediatria. Eh, i fabbricanti di frankenstein non immaginavano che la «dottrina Brzezinski» ci si sarebbe rivoltata contro.

Ci spieghiamo. Ai tempi delle guerre di Israele contro i vicini arabi, giacché Israele era alleato degli americani, per forza di cose i sovietici si buttarono dall’altra parte. Gli israeliani riuscirono a spuntare film hollywoodiani come Exodus e canzoni come Inch’Allah di Adamo, ma la propaganda comunista era più rodata, sperimentata e forte della loro. Così i terroristi palestinesi passarono per condivisibili insorgenti e nei cortei per qualsivoglia ragione spuntarono le kefiah alla Arafat. Da allora, la sinistra, anche quella radical-chic, sta contro gli «imperialisti». I Paesi musulmani, i ricchissimi emirati e sceiccati? Di palestinesi non ne vogliono, per non fare la fine del Libano. Ricordate? I profughi palestinesi vennero accolti in Giordania e subito cominciarono gli attentati contro addirittura il re. Espulsi a pedate, si riversarono in Libano e la «Svizzera d’Oriente» piombò in una guerra civile che non è mai finita. La spaventosa esplosione finale al porto di Beirut l’abbiamo vista tutti. Chi è stato? Boh, indovinala grillo.

Per chi non sapesse cos’è la «dottrina Brzezinski», ecco qua: ai tempi dell’Urss le teste d’uovo angloamericane pensarono di pugnalare alle spalle l’alleato Scià di Persia prelevando l’ayatollah Khomeini da Parigi, dove era stato tenuto in caldo proprio per questa evenienza, e lo mandarono a scatenare la rivoluzione islamica nell’Iran. Lo scopo era quello di fare dell’islamismo politico il detonatore per tutte le regioni islamiche del Sud dell’Urss, o almeno di tenere in tal modo una pistola puntata alla tempia di quest’ultima. Ma i sovietici non erano fessi e il Grande Gioco fallì. Anzi, si ritorse contro i burattinai, perché l’islamismo politico contagiò non chi doveva ma tornò indietro, e da allora l’Occidente non ha più avuto pace. L’Iran, già florido e modernissimo, ripiombò nel VII secolo, e così i vicini di casa. E perfino la Turchia deve stare attenta all’islam radicale, tanto che la moglie di Erdogan è meglio si presenti in pubblico velata.

Come si faccia a tifare per tagliagole sanguinari e senza regole, nemmeno d’onore, che degli occidentali usano solo le armi ma per il resto loro stessi fanno una vita da caprai (niente fumo, niente alcol, niente televisione…), lo sanno solo i plagiati dal marxismo (perché sempre questo è, comunque lo chiamino di volta in volta). A furia di “accoglienza” catto-comunista ce li siamo tirati in casa, e ora voglio vedere come se ne esce.

Ultima notazione: comunque la vediate, fatevi prima un giro in Afghanistan e poi uno in Israele. E poi ditemi in quale «regime imperialista» (perché lo sono tutti e due, e l’islamismo è pure totalitario) vorreste abitare. Un’ultima notazione per quelli che riescono a celebrare l’anniversario della vittoria occidentale sugli ottomani a Lepanto e in contemporanea avercela con Israele. Che non è un santo, certo, ma combatte contro lo stesso diavolo. Speriamo solo che il Mossad non riesca a trovare il modo di spedircelo in casa, visto che ci teniamo tanto. Così, anche noi proveremo le gioie della libanizzazione.

Rino Cammilleri, 12 novembre 2023

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