Le dichiarazioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, su Dante Alighieri padre della destra, hanno provocato un vespaio di polemiche come era facile prevedere. Si è arrivati persino agli insulti.
Mi pare che qui si siano perse le proporzioni delle cose e che vada ritrovato il senso della misura. Ad una esagerazione non è il caso di rispondere con altre esagerazioni. Proviamo a mettere un poco di ordine. Se io vi dicessi che Dante è il padre della destra o il padre della sinistra, beh: naturalmente vi direi che è qualcosa “fuori misura”. Ma se invece vi dicessi che Dante è il padre di tutti noi, della nostra lingua, è il padre della nostra cultura, beh: vi direi una cosa che è senz’altro vera ma che è stata da molto tempo svilita, svalutata.
Vuoi vedere che nelle parole di Sangiuliano vi è proprio questo: ovvero il tentativo di sottolineare due cose. La prima, è che vi è un valore civile nella nostra cultura nazionale di livello europeo. La seconda, è che la cultura va liberata e che attraverso la libertà e l’indipendenza della cultura passa proprio il valore della libertà di un popolo.
C’è poi un altro aspetto che bisogna considerare in Dante Alighieri.
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