Commenti all'articolo David Donatello, ecco il “regime”: Riondino e Cortellesi, cinema a pugno chiuso

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Daniele
Daniele
7 Maggio 2024, 8:42 8:42

Le etichette non rappresentano la cifra stilistica di un regista. Questa è la solita visione complottistica per la quale tu hai una idea forte a priori, e cerchi nel mondo attorno a te tutti gli elementi che tu pensi sostengano quella tesi. Possiamo dire che non ti piacciono quei film, bon.

Antoine
Antoine
6 Maggio 2024, 17:38 17:38

Non ho assistito, c’è stato il toccante momento “Bella Ciao”? Coi sorrisi ampi e paternalistici, i lucciconi agli occhi e la mano sul cuore? Hanno fatto il tampone e sottoscritto l’autodichiarazione di antifascismo prima di entrare?

Ermione
Ermione
6 Maggio 2024, 9:16 9:16

E come dimenticarsi del piú grande “regista de sinistra” di tutti tempi Veltroni (anche se poi nega di essere mai stato comunista dicendo trattarsi di equivoco…)? AHAHAHAHAHAHA!!!!!

mauriziogiuntoli
mauriziogiuntoli
6 Maggio 2024, 9:02 9:02

Nel 43 caddero fascismo e cinema di regime.I cineasti del Duce passarono a resistenza e persistenza.Senza disagio e fu neorealismo.Cinecittà,smessa la camicia nera, indossò quella rossa. Il feudo fu comunista e con successo,come i telefoni bianchi fasci.Antifascismo e fascismo sono la stessa cosa.

Ermione
Ermione
6 Maggio 2024, 7:50 7:50

E comunque Moretti è di destra anche se fa fintacdi essere di sinistra. Ha il culto della madre (non genitore 1 o 2), odja tutti i tic pseudoprogressisti dall’ecologia ai “ggggiovani” è chiaramente contro l’infanticidjo

Ermione
Ermione
6 Maggio 2024, 7:46 7:46

Unico film italiani che ricordo degli ultimi anni? Lo chiamavano Jeeg Robot