Rileggi qui la prima puntata: “La paura delle stelle: perché Hollywood è paralizzata”
E veniamo ai martoriati scrittori (sindacato WGA), che a Hollywood sono sempre stati trattati come l’ultima ruota del carro. Per ciò che riguarda la revisione delle royalties nello streaming, esiste a monte un problema che è la fonte di tutti i problemi con le royalties: le piattaforme si sono sviluppate troppo velocemente e in modo deregolamentato e, per legge, non sono tenute a rivelare numeri o a divulgare il numero di visioni di un certo film, serie o documentario percui anche se hai un contratto che prevede royalties, non le vedrai mai perché la piattaforma comunica i numeri che desidera comunicare e fa quello che vuole con i dati e le informazioni interne.
Il furto legalizzato a Hollywood
Per contro, quando i film vengono distribuiti in cinema e non via streaming, ci sono strumenti imposti dal governo USA per capire quali siano gli incassi di un certo film in tempo reale, cosa che aiuta a calcolare le possibili entrate economiche per chi ha delle royalties sui film distribuiti in cinema. Quando poi i film passano su streaming, le cose ovviamente si complicano.
Gli scrittori, o chiunque abbia un contratto che prevede royalties, incluso produttori e registi, semplicemente non le ricevono e i cosiddetti “back end deals” (contratti che includono royalties sui profitti) che riguardano scrittura, regia, produzione, non vengono rispettati. Questo fino ad ora, sperando che le cose cambino perché è immorale che una piattaforma digitale trattenga fondi che sono dovuti agli aventi diritto per contratto; un vero furto legalizzato ai danni degli scrittori, ai quali ma non viene riconosciuto un diritto sui profitti dell’opera stessa che hanno creato o alla quale hanno contribuito.
Per ciò che riguarda l’IA, gli scrittori chiedono a Studios e piattaforme di non usarla per scrivere sceneggiature o addirittura creare prequels, sequels e stagioni successive su sceneggiature già scritte dagli autori o su idee che vengono proposte dagli scrittori stessi e magari rifiutate in un primo momento dagli Studios e Piattaforme. Al momento tutto è fermo, tutte le produzioni (tv, serie, film, teatro, ecc.) sono in stallo: Hollywood è totalmente bloccata da questo sciopero e persino Tom Cruise sta cercando di aiutare i suoi colleghi a dialogare con la controparte, ma è quasi una Mission Impossible, più difficile delle missioni segrete che vediamo nei suoi film.
In altre parole, è un bel casino per tutti, buoni e cattivi. Ci sarebbe da scrivere molto di più su questa situazione, che evolve ogni giorno ma che si potrebbe protrarre per mesi, danneggiando alla fine tutti, piattaforme e Studios inclusi che hanno sempre bisogno di nuovo materiale. Io spero che scrittori e attori riescano a conquistare gli obbiettivi che si sono preposti ma, secondo me, come è successo nel 1948, se non interviene il Governo USA per dare una bacchettata a Studios e Piattaforme, il conflitto non si risolverà mai definitivamente. Le Piattaforme soprattutto sono colpevoli di avere ricreato il sistema monopolistico che gli Studios avevano imposto fino a fine anni ’40. Ma d’altra parte, dal loro punto di vista, essendo deregolamentate, non stanno facendo nulla di illegale.
Scrittori contro l’Intelligenza Artificiale
Di base, se non interviene il Governo a regolamentare sia le piattaforme digitali che l’Intelligenza Artificiale, la situazione in futuro potrebbe essere non solo “distopica” ma molto difficile per chi lavora nel cinema e tv, che dovrebbero essere campi principalmente di derivazione artistica e non solamente economica. Wall Street sta infatti seguendo questo sciopero molto attentamente, e non è difficile capire con chi si è schierato.
Questa situazione sta creando problemi enormi anche per i prossimi festival del cinema, da Locarno a Venezia, Toronto e Telluride, che non potranno avere le star sui red carpet per promuovere i film selezionati, creando un grande vuoto nelle loro programmazioni e danni ingenti a società di marketing, promozione e a tutto il business indotto che ruota intorno ai festival. Molti film verranno ritirati dai festival dagli stessi Studios che li hanno prodotti, in quanto non possono promuoverli adeguatamente per i rispettivi lanci al cinema e in streaming.
Hollywood, come uscirne?
Tornando alla improvvisa abolizione, passata totalmente sotto i radar nel 2020, del famoso “Decreto Paramount” del 1948 che decretava la fine del monopolio degli Studios, ci si chiede se questa manovra non sia stata pilotata dalle piattaforme e di conseguenza che abbia poi fatto scaturire questo grande sciopero.
Io ho il sospetto che sia così, e francamente mi auguro che Davide riesca a prevalere contro Darth Vader. Le richieste sul tavolo non solo non sono irragionevoli, ma non rappresentano un pericolo mortale per i profitti accumulati fino ad oggi e futuri di queste mega corporations. Si tratta solo di rispettare il lavoro degli artisti, ed è per questo che io mi schiero con SAG e WGA, sperando che prevalga il buon senso.
Arthur C. Clarke sosteneva che “qualsiasi tecnologia avanzata non è distinguibile dalla magia”, e allora io spero che la magia creata da scrittori e dagli attori prevalga su quella creata artificialmente da una tecnologia che può anche risultare utile, ma che non avrà mai il cuore e l’anima che rendono certe storie indimenticabili.
Stefano Gallini-Durante, 30 luglio 2023
2. Fine
Produttore cinematografico basato a Los Angeles, di prossima uscita invernale i suoi ultimi lavori “Ferrari: Fury and the Monster”, documentario che riguarda la creazione, nei primi anni ’60, della leggendaria Ferrari 250GTO e “The Royal Stunt”, documentario che riguarda uno scandalo internazionale che coinvolge un famoso falsario di quadri Americano. Prossime produzioni in programma la serie “Mano Nera” e il documentario “The Afronauts”. È il fondatore e presidente del Riviera International Film festival (www.rivierafilm.org), che si svolge ogni anno a Sestri Levante e Portofino.