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Dazi, il piano della Meloni: “Eliminiamo il green deal”

Il premier placa l’allarmismo e invoca il dialogo. Trump apre: “I dazi ci danno un grande potere per negoziare”

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Aprire una trattativa per cercare soluzioni, una di queste potrebbe essere lo stop al Green Deal. Ha le idee chiare Giorgia Meloni  sul dossier dazi e sulla possibile guerra delle tariffe che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti e l’Europa. A margine della visita sull’Amerigo Vespucci a Ortona, quarta tappa del tour Mediterraneo, il primo ministro ha evidenziato che la priorità è sedersi a un tavolo per “rimuovere tutti i dazi e non a moltiplicarli. Dopodiché queste sono ovviamente trattative che si fanno in due”. “In questo momento possiamo fare intanto alcune cose a livello europeo che sono importanti” ha aggiunto, lanciando una proposta interessante: “Forse dovremo ragionare di sospendere le norme sul Green Deal in tema di automotive, settore colpito dai dazi”.

“C’è un tema aperto rispetto al Patto di stabilità, c’è una norma che si chiama clausola generale di salvaguardia, che prevede una sospensione o una deroga al Patto di stabilità, forse dovremmo ragionare di quello o di fare una valutazione ulteriore su come è stato indicato il patto di Stabilità” ha aggiunto la Meloni: “C’è una materia energetica che è fondamentale. La riforma del mercato elettrico per esempio è una cosa importante. Ma bisogna accelerare, sull’energia forse bisogna essere un po’ più decisi e coraggiosi. Quindi intanto ragioniamo anche di che cosa noi possiamo fare sfruttando una difficoltà per farla diventare anche un modo per fare passi avanti importanti, in una fase che lo richiede”.

Il dialogo con gli Stati Uniti non è questione di speranza, ha proseguito la Meloni, rimarcando che si tratta di una questione di interesse, sia italiano che europeo: “Non penso che in una fase come questa sia più utile divaricare ulteriormente, credo che la cosa utile da fare sia continuare a cercare delle soluzioni comuni perché alla fine altrimenti ci indeboliamo tutti. Poi, ripeto, sono valutazioni che si devono fare con altri interlocutori e vedremo anche qual è la posizione degli interlocutori”. Il premier ha poi rimarcato che “in questo momento noi possiamo intanto fare alcune cose a livello europeo che sono molto importanti perché ovviamente, se abbiamo una difficoltà, quella difficoltà deve portarci dall’altra parte a lavorare sulla competitività del nostro sistema produttivo, della nostra industria, delle nostre aziende”.

“Ma quali iniziative? Quale sfilarsi?” ha poi risposto la Meloni a chi le sottolineava che il governo sembra sfilarsi da iniziative europee in risposta ai nuovi dazi statunitensi. A prescindere da tutto, l’Italia non smetterà di esportare negli Usa, attenzione quindi all’allarmismo di queste ore: “Il governo è al lavoro, sta facendo uno studio sull’impatto settore per settore. Vedrà la settimana prossima i rappresentanti di tutte le categorie produttive, così possiamo anche confrontare le nostre valutazioni con le valutazioni che stanno facendo loro, ragionare insieme di quale debbano essere le soluzioni. A livello italiano, a livello europeo e in un dialogo che va aperto, in una trattativa che va aperta con gli Stati Uniti”.

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Il tema dei rincari sulle esportazioni ha avuto delle ripercussioni sulle borse internazionali e si temono aumenti del costo della vita. L’Unione europea sta valutando le contromosse commerciali ma cercare lo scontro frontale potrebbe essere controproducente. Bisognerebbe anzi sfruttare l’apertura di Trump, che nelle scorse ore ha contraddetto i suoi collaboratori. Dopo che il segretario al Commercio americano Howard Lutnick e il consigliere Peter Navarro hanno ribadito a più riprese che non c’era spazio per trattare sulle tariffe, il titolare della Casa Bianca ha bollato i dazi come uno strumento per impostare una trattativa: “Tutti i paesi ci stanno chiamando. Abbiamo preso il comando: se avessimo chiesto a questi paesi di farci un favore, avrebbero detto di no. Ora, invece, farebbero qualsiasi cosa per noi. I dazi ci danno un grande potere per negoziare”.

Franco Lodige, 4 aprile 2025

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