La Guardia di Finanza contesta a Carlo De Benedetti di non aver dichiarato di possedere uno yacht, battente la bandiera delle Cayman, del valore pari a 120 milioni. Si prospetta una multa da 36 milioni. L’ingegnere risponde sdegnato: violata la mia privacy, la barca non è mia, non ho mai evaso nulla. Insomma, possedeva a sua insaputa uno yacht da 120 milioni e comunque sono affari suoi, la privacy di De Benedetti è sacra. Al punto che la notizia neppure appare su Repubblica, in altre occasioni meno incline a non rispettare la privacy altrui.
Eppure la Guardia di Finanza insiste, irrispettosamente, e fa sapere che la barca è di una società appartenente all’ingegnere. Sarebbe la Aldabra, posseduta al 99 per cento da De Benedetti, con sede a Torino, che avrebbe preso in leasing lo yacht, il My Aldabra, Trattasi di un gioiello di 51 metri, costruito a Viareggio e registrato in un paradiso fiscale. Secondo la Guardia di Finanza, la nave era esclusivamente riservato a Carlo De Benedetti, che la utilizzava in acque lontane da quelle dell’Unione europea. Un portavoce di De Benedetti avvisa di aver dato mandato all’avvocato Franco Coppi di procedere per via giudiziaria.
Alessandro Gnocchi, 19 gennaio 2019