Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI e © Francesco Ungaro tramite Canva.com
Ogni tanto capita una buona notizia anche per le nostre forze dell’ordine. Niente proclami, niente fanfare, solo una circolare – quella del 7 aprile 2025 del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – che, finalmente, mette nero su bianco quello che da anni chiedevano in tanti: la bandoliera va indossata solo nei servizi di rappresentanza. Tradotto: nei servizi operativi non si vedrà più quella tracolla bianca d’altri tempi che da decenni non ha alcuna funzione utile.
Chi ha fatto servizio lo sa bene: la bandoliera non serve a nulla. Non contiene niente, non protegge nulla, non facilita alcuna attività. Anzi, intralcia i movimenti, è scomoda, si impiglia e, in caso di colluttazione è perfetta per essere afferrata da un aggressore. Insomma, più che uno strumento, un pericolo.
Stavolta qualcosa è cambiato ed è stato ascoltato chi lavora sulla strada, chi la divisa non la indossa per sfilare, ma per intervenire, fronteggiare, mediare, proteggere tutti noi.
È una decisione piccola, ma significativa perché significa rompere con una logica per cui forma batte funzione, estetica batte efficacia, apparenza batte sicurezza, e, in un mondo dove si pretende sempre di più dagli operatori in uniforme, fare un passo nella direzione giusta è doveroso.
Nessuno vuole cancellare la storia e la bandoliera resta un simbolo dell’Arma. Va benissimo vederla nelle parate, nelle cerimonie, nelle ricostruzioni storiche, ma per strada serve altro: agilità, efficienza, sicurezza.
Quindi, bravo il Comandante generale Salvatore Luongo per la scelta di buon senso perché i simboli si rispettano, ma gli uomini si proteggono.
Giorgio Carta, 7 aprile 2025
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