Senza contare che, ragionevolmente e comprensibilmente, vista la penuria di risorse rispetto al prevedibile monte richieste, molte banche preferiranno dare precedenza a prestiti finalizzati, più che a concedere nuova liquidità, alla rinegoziazione di esposizioni precedenti non garantite (i decreti infatti lo consentono) che dopo il 30 settembre 2020 potrebbero divenire problematiche.
Se a corollario di tutto ciò pensiamo che eravamo partiti da un dato di 750 miliardi di liquidità per le imprese, è proprio il caso di dire che nemmeno la più ottimistica e azzardata delle leve di natura finanziaria riesce a competere con le leve di natura propagandistica.
Enrico Zanetti, 13 aprile 2020