Rassegna Stampa del Cameo

Del Rio e il “segreto” della convenzione con Autostrade

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Dal 14 agosto ho scritto diversi Camei sul tema “Ponte Morandi” che, a mio parere, ha rappresentato ben più di una “tragedia”, come il mainstream l’ha chiamata. È stata la fine di un’epoca, un quarto di secolo, che ha coinciso con la Seconda Repubblica, per alcuni è stata un passo in avanti nella modernizzazione, per altri un passo indietro con la fine dell’ascensore sociale.

In termini di responsabilità invece è tutto chiaro. Per la gestione un ponte autostradale che cade con veicoli transitanti, significa che chi aveva il potere di chiudere-aprire i caselli ha sbagliato, ed è responsabile, punto. Circa la responsabilità politica idem. Repubblica è stata impeccabile nel suo quadro sinottico riassuntivo del 28 agosto. Si parte dal Prodi I, passando poi in successione al D’Alema I e II, al Berlusconi II, al Prodi II, al Berlusconi IV, infine Renzi, ultimo Gentiloni. Lì è dettagliato tutto ciò che hanno fatto. Una curiosità mai verificatasi prima, i due partiti (Pd, Fi) che per un quarto di secolo hanno spadroneggiato nelle stanze dei bottoni, ora, per volontà popolare, si trovano entrambi nel magazzino dell’opposizione e si capisce lontano un miglio che non sanno che pesci pigliare. E con loro, la stessa classe dominante alla quale entrambi hanno fatto riferimento per tutto il periodo.

Nelle mie analisi, di taglio manageriale, sono sempre alla ricerca di una sintesi. In questo caso l’ho individuata in una locuzione che mi sono inventato: “Il business è nel Contratto” (la maiuscola se lo merita, specie dopo averlo letto). Nel mondo politico giornalistico e della Rete si diceva che parti del Contratto fossero secretate. L’ex ministro Graziano Delrio sosteneva invece che il Contratto era in Rete, il che era vero, e leggendolo in effetti non c’erano omissis. Una bufala? No, se tutti i tre poteri, legislativo, esecutivo, giudiziario dicevano sottovoce che volevano de secretarlo ma nessuno lo faceva, significava forse che c’era qualcosa di losco? Mi convinsi, conoscendo la contrattualistica di business, che le parti secretate erano negli allegati, dove di norma c’è la “ciccia”. Finalmente i Benetton hanno deciso di farlo loro (sic!).

La “ciccia” era lì. A questo punto ci sono tutti gli elementi per definire obiettivi e strategia: l’evento tragico, il Contratto, i conti economici e stati patrimoniali conseguenti all’applicazione del Contratto, preventivi e consuntivi delle spese di manutenzione e gli investimenti, infine il mitico numerino in fondo a destra. Per Atlantia (complimenti!) è sempre stato nero come la pece.

Ho suggerito al Governo di nominare uno “Zar”, come fanno i pragmatici governanti americani. Questi doveva puntare a massimizzare la restituzione dei quattrini. Al penale avrebbero pensato la Procura di Genova e i Tribunali. Spero, come cittadino profondamento colpito da questa azione criminale (non saprei come definirla altrimenti, essendo esclusi, a detta di tutti i “competenti”, l’attentato e la fatalità. Se non eri certo al 100% lo chiudevi per tutto il tempo necessario alla manutenzione o lo abbattevi). A differenza di Mani Pulite ove in parte le “carte” o erano state fatte sparire o manipolate, qua c’erano. La prudenza del Pm nell’inviare gli avvisi è una garanzia di giustizia non limitata ai soli pesci piccoli.

Leggo che ci sono sprovveduti membri del governo che nulla sanno di come funziona il mondo del business e vogliono affrontare il problema in termini etici, trasformandoli in comizi. Nella privatizzazione è avvenuto che “Il business era nel Contratto” e ne ha beneficiato il Privato. Ora si deve fare il percorso inverso “Il Contratto è il business”, il manico è passato di mano, vedremo quanto lo Stato riuscirà a ricuperare.

La nazionalizzazione oggi sarebbe una follia totale, farebbe solo il gioco dei birbanti. Ripeto, lavorare su “Il Contratto è il business”, in silenzio ma determinati significa fare gli interessi del Paese. Presidente Conte lei che è l’avvocato degli italiani avochi a sé il problema del Morandi (nell’immaginario collettivo è molto più di un manufatto in cemento), ci faccia ricuperare i nostri quattrini. Grazie.

Riccardo Ruggeri, 29 agosto 2018