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Delirante manifesto anti-Meloni: i compagni okkupano la Sapienza

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I collettivi studenteschi non vogliono proprio rassegnarsi al fatto che il centrodestra abbia vinto le elezioni e si appresti a governare il Paese dopo undici lunghi anni di esecutivi a trazione Pd. Al contrario, i giovani comunisti non perdono l’occasione per dare prova di tutta la loro ipocrisia e fomentare nuovi scontri e divisioni. Il centro delle proteste degli studenti rossi è ancora una volta La Sapienza. A poche ore dal vile assalto squadrista ai danni di Fabio Roscani e Daniele Capezzone, nell’università romana si registrano infatti nuove tensioni in seguito alla decisione dei collettivi di occupare la Facoltà di Scienze Politiche.

Dopo l’assemblea studentesca, i giovani del movimento Cambiare Rotta si sono radunati nell’Aula A della sopracitata Facoltà, dove hanno esposto alcuni striscioni: “Mai più violenza sugli studenti, riprendiamoci i nostri spazi”, con specifico riferimento agli scontri tra collettivi e forze dell’ordine registratisi a margine del convegno con Capezzone e Roscani. Ed ancora un: “Polimeni dimissioni”, rivolto al rettore della Sapienza, Antonella Polimeni.

Inoltre, l’organizzazione giovanile comunista ha contestato apertamente Giorgia Meloni, in quanto a loro dire il neo presidente del Consiglio “sta già inasprendo i livelli di repressione delle proteste” al fine di “colpire il dissenso per continuare, senza una vera opposizione nel paese, a produrre politiche guerrafondaie, anti-popolari e che condannano sempre di più la nostra generazione a un futuro di precarietà”. Le proteste dei rossi non si sono tuttavia rivolte soltanto all’indirizzo del premier, ma hanno interessato anche i neo eletti parlamentari: “Non ci rappresentano, come non ci rappresenta il governo del nostro ateneo”.

Insomma, i collettivi non intendono risparmiare proprio nessuno. Peccato solo che i democraticissimi paladini delle libertà stiano dimenticando un piccolo dettaglio, ma molto significativo: la leader di Fratelli d’Italia ha vinto libere e democratiche elezioni, così come liberamente e democraticamente gli italiani hanno scelto i loro rappresentanti in Parlamento. Ai giovani comunisti bisognerebbe poi ricordare come ad adottare quelle “politiche anti-popolari che hanno condannato la loro generazione ad un futuro di precarietà” siano stati i governi di sinistra, a loro tanto cari, che hanno guidato il Paese nell’ultimo decennio anche senza godere del consenso popolare (a differenza del neonato esecutivo di centrodestra che invece il consenso del popolo lo ha).

Ma ormai è risaputo: i giovani rossi non godono affatto di buona memoria, così come dimostrano di non essere certo dei campioni nè di tolleranza nè di democrazia. Al contrario, con l’assalto e la successiva occupazione di Scienze Politiche, i collettivi confermano di non avere il benché minimo rispetto per le libertà altrui. Compresa la libertà dei loro stessi colleghi di università di seguire liberamente le lezioni senza dover subire le prevaricazioni di chi, disconoscendo i più basilari principi democratici, usa la prepotenza per affermare le proprie ragioni.

Salvatore Di Bartolo, 28 ottobre 2022