Siete di cattivo umore? Vi siete svegliati con il cerchio alla testa dopo una nottata a base di vodka di pessima qualità? Be’, una medicina c’è: leggere Michela Murgia. Soprattuto se siete di centrodestra. Vi sentirete meglio. Più parla, infatti, e più la Meloni sale nei consensi.
Sentite un po’ come inizia il suo pezzo. “Caro Enrico Letta, non ci siamo mai incontratə come persone”, scrive usando come di consueto lo schwa (!). Ma cosa cavolo vuol dire non ci siamo mai incontrati “di persona”. Perché ci si incontra come “ectoplasmi”? Mah…
Andiamo avanti: “Ma è al segretario del Pd che scrivo questa lettera pubblica per fare una sola domanda”, scrive. Riuscite a mettere in correlazione la questione che non si sono conosciuti di persone con il fatto che scrive al segretario del Pd? Io no. Alla faccia della costruzione logica! E per fortuna che questa è la grande scrittrice.
Ma torniamo all’articolo. La Murgia pone delle domande a Letta: “Perché ci sono il mio nome e quello di Saviano, invece che il suo o di qualcun altro dell’opposizione? Perché siamo noi quelli che i capi dell’estrema destra espongono alla rabbia della loro base sui social media? Come mai la destra si comporta come se la sua opposizione fossero gli intellettuali, invece che gli avversari politici seduti in parlamento?”.
Si tratta naturalmente di domande per modo di dire, perché la scrittrice ha già le risposte: “È brutta, ma evidente: non state facendo il vostro lavoro e noi ci ritroviamo nostro malgrado a farlo al posto vostro. In questo vi siamo anche comodi. Basta l’atto di prendere posizioni pubbliche contro il nuovo fascismo governativo per essere associati a voi, il soggetto politico che per eredità storica dovrebbe essergli antagonista, tanto che ad alcuni sembra persino che siate voi, attraverso le nostre voci, a prendere posizione”.
Insomma, leggi domande e risposte (fascismo governativo…) e capisci che per quelle come Michela Murgia bisogna avere comprensione: scrivono ma non sanno scrivere, vogliono dire la loro ma sanno solo delirare…
Nicola Porro, dalla zuppa di Porro del 18 novembre 2022