Il furore ideologico che si cela dietro il Ddl Zan non si ferma di fronte a nulla, nemmeno ai bambini che andrebbero lasciati fuori dal dibattito politico e non strumentalizzati per sostenere l’approvazione del disegno di legge. Non bastava il modus operandi a cui abbiamo assistito nei mesi passati con un dibattito polarizzato in cui è stato impossibile discutere nel merito una proposta di legge sbagliata non solo da un punto di vista etico ma anche nella forma e giuridicamente ma negli ultimi giorni, con l’avvicinarsi del voto al Senato, si sta intensificando la campagna politica e mediatica a favore del Ddl Zan con posizioni sempre più radicali.
Pochi giorni fa Alessandro Zan, il deputato del Pd promotore del Ddl e il rapper Fedez, hanno realizzato una diretta social in cui Zan ha parlato del tema dell’identità di genere definendola “la percezione profonda, precoce e strutturata del proprio genere” aggiungendo “sin da quando siamo bambini percepiamo qual è il nostro genere, solo che ci sono dei bambini o delle bambine che percepiscono il proprio genere che è diverso dal loro sesso biologico”.
Dopo questa premessa, Zan fa una proposta ben precisa: “Bisogna aiutare i bambini in un percorso di transizione” per cambiare il proprio sesso. Parole inaccettabili poiché riferite ai bambini che non dovrebbero essere tirati in ballo. Ascoltando le sue dichiarazioni e leggendo il testo del Ddl in cui si parla del gender nelle scuole, è impossibile non riscontrare una volontà pedagogica sul tema del gender a partire dalla tenera età. Nell’articolo 7 della proposta di legge si afferma: “In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1. Le scuole, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa di cui al comma 16 dell’articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, e del patto educativo di corresponsabilità, nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al precedente periodo”.
Eppure, come ha affermato Zan, l’obiettivo del Ddl sembra essere molto più profondo arrivando al punto di sostenere che un bambino debba poter cambiare il proprio genere.
Francesco Giubilei, 9 luglio 2021