Chiara Valerio, Chiara Valerio, ma chi è ‘sta Chiara Valerio, eppure l’ho già sentita Chiara Valerio, ah ma ecco che ho capito, è una dell’amichettismo depressivo de sinistra, giro Murgia – Saviano – Tomaso – Concita, quella roba lì, ma sentila, sentila, su Repubblica, sentila ChiaraValerio anvedi come gronda ChiaraValerio: “Non mi viene in mente niente di più fascista del sangue. Il sangue che stabilisce parentele, gerarchie, eredità, tradizioni. Il sangue che consente di mantenere i privilegi. Il privilegio che è l’opposto e il contrario del diritto. Il fascismo, ancora prima di una ideologia, di una memoria, dell’apologia di un reato, è una pratica”.
Ah ChiaraValerio, ma che stai a dì. Il solito trucchetto de sinistra, saccheggiare il mercatino dell’usato confidando che gli adepti non lo conoscano, ma questo è solo il riciclo dei vecchi deliri del razzismo belga o romeno, da Léon Degrelle a Codreanu, e tirarlo fuori anche solo in chiave polemica, o patetica, non migliora le cose: delirio resta anche in negativo e difatti ChiaraValerio deve appendersi a una serie di sillogismi scentrati, che vedono solo lei e l’amichettismo fanatico: il fascismo è una pratica, è basato sul sangue “e quindi” “la cancellazione da parte della procura di Padova di tutti e 33 gli atti di nascita di bambini nati in coppie omogenitoriali e registrati, dal 2017 a oggi, da Sergio Giordani, sindaco, va nella direzione di riconoscere solo il sangue”.
Non c’è nessuna logica e nessuna verità: il sindaco ha rifiutato di prendere per acquisita una pratica sorta per vacatio legis. E il sangue, primo non c’entra: secondo, anche ad infilarcelo a forza, di “fascista” non ha un emerito ciufolo: mamma gatta allatta anche i cuccioli di tigre, l’istinto materno prevale, ma se sente come suoi i cuccioli che ha partorito non è un costrutto fascista, è la natura. Sulla quale si è sviluppata la storia umana. E l’una cosa non esclude l’altra.
Ma andiamo avanti. “Per decreto del tribunale di Padova esiste solo il sangue, dunque, il genitore non biologico non ha diritti, non esiste. Cittadini e cittadine italiane senza tutti i documenti in ordine, anzi con nuovi documenti con un nuovo ordine. Uno Stato che non crea inclusione ma esclusione. Perché se il concetto fondativo della tua politica è il sangue, allora, a un certo punto, avrei bisogno di un sangue più puro”. Sono astrazioni senza rigore logico, se mai da rigor mortis della logica: non è vero, o meglio non esiste, che “per decreto del tribunale esiste solo il sangue “dunque” il genitore non biologico non esiste”: “Questo lo dice lei, se ne assume la responsabilità, nella maniera più assoluta”, biascicherebbe don Fabio Capello. È vero invece che il tribunale di Padova ha disapplicato una prassi fondata sull’assenza di presupposto, ossia una normativa positiva: avendo cura di precisare che in nessun modo il minore ne riceverà pregiudizio sociale. Sono più le lagne delle “mamme omogenitoriali” che agitano fantasmi repressivi, senonché o la legge c’è, o almeno ce n’è una che può consentire l’analogia legis: dire che della legge ce ne fottiamo perché noi siamo la sinistra, moralista e legalitaria, è solo puntare i piedi e scapricciare. Ovvero il curioso concetto di legalità che alberga a sinistra: la legge si applica solo quando esiste e ci fa comodo, se no fanculo. Per una volta che la magistratura rispetta la legge che c’è e non la crea sconfinando, la sinistra manettara e formalista si rotola in terra come dervisci. Poi diventa chiaro come mai questi continuino ad adorare i Cospito, i passamontagna e le sanguinose, carissime, terroristiche Brigate Rosse: il concetto è lo stesso.
Non c’entra il fascismo sangue e terra, non c’entra l’omofobia e la repressione di cui canciano gli amichettisti e i politicanti cialtroni: la repressione, se mai, c’era due anni fa, quando chiusero nell’armadio la Costituzione con tutti suoi articoletti belli e pulitini per scaricarci in un regime autoritario e per cosa? In senso profilattico, assolutamente a vuoto, ma contava, come diceva il ministro Speranza, “non dare messaggi positivi, non dare speranze”, così si poteva costruire la società gramsciana ossia lo squisito sovietismo. Ma allora andava bene perché non c’era un regime parafasista, c’erano i luminosi governi di sinistra.
Sragionare come la nostra mestissima ChiaraValerio vuol dire prendere un solo aspetto, quello patetico, e trascurare tutto il contesto; si punta alla legittimazione dell’utero in leasing, che è una aberrazione da raggiungere per fatto compiuto e per via burocratica. Ma se l’utero postal market in Italia è proibito e anche in America, che ne è la patria mercantile, comincia a suscitare sospetti e ripensamenti, è perché, evidentemente, la pratica si conferma ogni giorno che passa per innaturale, ingiusta, incivile. E non basta buttarla sul vittimismo delle coppie omogenitoriali divorate, dei figli omoproletari, nel senso di prole, discriminati e traumatizzati: di che cianciate, compagni? Come quando dite: ma quali confini, quali barriere, l’umanità non ha limiti, siamo tutti figli dell’amore eterno. Poi in America Biden protrae la politica di contenimento di Trump e la vice, Harris, va in Messico a dire: non muovetevi, vi aiuteremo a casa vostra.
E non vedere tutto questo porta a non vedere la 27enne polacca Anastasia Rubinska, scomparsa sull’isola greca di Kos e ritrovata cadavere, strangolata dopo uno stupro di gruppo che ha portato all’arresto di uno del Bangladesh già pronto, vedi caso, a fuggire in Italia. Toc toc: qualcuno ha la dignità umana di fermarsi a soffrire, immedesimandosi nel calvario di una ragazza violentata da un’orda di selvaggi e infine ammazzata? Perché sempre i deboli debbono pagare? O di una povera venditrice di utero che per sopravvivere si strappa il feto dalla pancia, lo consegna a un altro utero, tipo corriere, finché una coppia omogenitoriale di danarosi spietati non viene a ritirare il pacco? Vedi, ChiaraValerio, vedete cari amichetti del Circolo dei Deliri, il vostro problema è che a forza di spararle grosse non vi credete più neanche tra di voi; comunque non vi ascolta più nessuno, e francamente, credeteci, è meglio così. Per tutti, anche per voi.
Max Del Papa, 20 giugno 2023