Cronaca

Delirio gender: stupratore si “sente” donna e va nel carcere femminile

La storia di Isla Bryson, in Scozia, mostra tutte le aberrazioni nell’applicazione del woke genderfluid politically correct

Cronaca

Chi, come scrive, si ritrova boomer per un soffio ricorderà il fascino morboso di certi “mondo movie”, in particolare quelli di Gualtiero Jacopetti, che esploravano il grottesco peggiore del pianeta. Fossimo stati più scafati, avremmo sospettato che i vari “Mondo cane” erano niente rispetto a quanto si sarebbero trovati a constatare i nostri nipoti, ecco qua un esempio di giornata: uno stupratore seriale viene incarcerato e subito si proclama femmina, gli credono per legge ancora da decantare e lo assegnano a un carcere femminile. Praticamente un invito a continuare l’opera. È la storia di Isla Bryson, nato Adam Graham e tuttora tale, visto che la transizione ornitologica pare finora avvenuta per mera autocertificazione: in Scozia funziona già così – anche altrove, per effetto strascico, ma da quelle parti il peso del politicamente corretto, che di corretto ha solo la malvivenza, si fa sentire di più. Ecco: già così basta e avanza a superare il Mondo cane; ma è solo la punta di un iceberg che se mai raffigura un mondo a cazzo di cane, ed è proprio il caso di dirlo. Qui siamo alla presa in giro totale, perfino tracotante: ti pizzicano, ti ingabbiano come violentatore? Bene, sono una donna, ecco qui la mia dichiarazione. Ah, in tal caso prego si accomodi. È noto, infatti, che “uno è chi si sente”: n’omo, ‘na donna, ‘nastronauta, ‘n prete, ‘n pollo, ‘n segretario der Piddì…

Non è la prima volta (e non sarà l’ultima) che simili aberrazioni scatenano problemi di applicazione, di buon senso, di convivenza: già oggi non si contano i casi di donne palesemente e inevitabilmente infastidite – sia preso per eufemismo – da sedicenti simili che s’infilano nei bagni dedicati e si mettono a pisciare in piedi, quando ancora va bene; per non dire degli atleti che si sentono tanto femmine, fanno incetta di titoli all’insegna della concorrenza più sleale e fanno incazzare le donne vere; per non dire delle sanzioni, davvero fasciste, di un fascismo pazzo, per insegnanti, docenti, addetti che, anagrafe alla mano, si azzardano a chiamare qualcuno col nome di battesimo anziché quello “percepito”; non solo: se non sei bravo a capire come si identificherà il non binario triste e solitario nel prossimo quarto d’ora, rischi il posto. E potremmo continuare. Mondo cane? No, mondo impossibile, invivibile.

Per approfondire:

Anche lo sfondo carcerario per i trans non è inedito, la tendenza è già invalsa e ogni tanto, anzi ogni poco, spunta qualche stupratore masculo che ha continuato imperterrito in galera pur ritenendosi signorina. Difatti le detenute nel carcere scozzese non sono affatto tranquille, la falsa Isla bonita non ce la vogliono e dategli torto: ma se questo per mestiere stupra quelle come noi, cosa ci garantisce che con una parrucca in testa non procederà esattamente come en plein air? E invece danno loro torto. Perché, e qui il grottesco si esalta fino a vette rarefatte, purissime, ignobilisissime, è da vedere come le testate anglosassoni, BBC e SKY news in testa, si contorcono come vermicelli, si arrampicano sulle formule, sbattono le code di paglia lunghe quanto il tunnel della Manica. “Ah, non è il trans ad essere aggressivo, è l’essere umano che è cattivo”. Come no: colpa di Lucifero, ecco, sì, Lucifero in persona!, come dicevano i frati di Trinità. Ma fatevela finita.

Parlano. Scrivono. Mentono. Confondono tutto. Ma, deo gratias, ancora non gliela fanno: tanto è parsa aberrante in questo caso l’applicazione del woke genderfluid politically correct, che, in un rigurgito di scrupolo (elettorale) la stessa prima ministra con tutte le A che volete della Scozia, la premiera Sturgeon, incalzata dalle stesse femministe si è rimangiata la invidiabile conquista di civiltà avanzata: contrordine compagne, l’autocertificazione sessuale non conta un emerito cazzo, men che meno se c’è di mezzo la sicurezza di detenute sicure candidate all’aggressione spietata. Forse a far ragionare Sturgeon è stato anche l’annuncio del premier britannico Rishi Sunak, che non se la sente ancora di lasciar precipitare il Regno Unito in un baratro e ha annunciato, fatto inaudito, il veto d’autorità alla demenziale legge scozzese. Una volta tanto, non ha dovuto scapparci il morto ma solo il ridicolo o meglio lo squallido: certo però che se la politica, e mica solo in Gran Bretagna, cominciasse davvero a fare i conti con l’eccesso di insanità mentale cui ha consegnato la società, non sarebbe male. Perché tra una legge semplicemente assurda e il dovuto ripensamento, ci corrono, velocemente, parecchi disastri. Quindi converrebbe ragionare un attimo prima invece che qualche semestre dopo, perdendosi a discutere sul sesso non degli angeli ma dei diavoli.

C’è un cupio dissolvi per il quale l’Occidente, preda di lobby e movimenti piuttosto miserabili, sembra determinato a scoprire fino a quale abisso di indegnità può spingersi prima di sparire. Poi, possiamo essere teologici e chiamarlo relativismo assoluto: il risultato, devastante, non cambia e il guaio più grosso è che situazioni come queste finiscono per convincere sempre più occidentali che la battaglia è persa e non resta più niente da difendere, niente per cui lottare. Da cui un indebolimento endemico che sfocia nella resa senza condizioni e senza riscatto a predatori sempre più determinati e famelici, Non è possibile (fingere di) credere a un cambio di sesso, in sé una cosa enorme, complicatissima, delicatissima, traumatica, problematica, sconvolgente, con una semplice “autocertificazione”; è ancor meno possibile prestar fede a queste oscillazioni identitarie nell’ordine delle giornate o le mezze giornate di durata.

Parliamone pure, confrontiamoci, rispettiamo le diversità in tutte le sfumature, ma per l’amor del cielo che sia fatto con sano realismo, con serietà e nella tutela generale. Non nella sudditanza a fasce sempre più annoiate, dissociate, viziate, suggestionabili fino a che non si rendono conto di essere state ingannate e mostrificate per pure ragioni tra l’ideologico e il mercantile-modaiolo. Comunque sempre facoltose, perché i disperati, il passatempo di andare in giro a stuprare le donne muniti di autocerficazione, non se lo possono permettere.

Max del Papa, 27 gennaio 2023