Delirio giallorosso: c’è la crisi e mettono la patrimoniale

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Che la patrimoniale fosse un’ossessione della sinistra era noto. E che il Recovery fund fosse la scusa perfetta per inventarsela, l’aveva capito chiunque non avesse i prosciutti eurolirici sugli occhi.

Così, siccome “ce lo chiede l’Europa”, in Aula è stato approvato un emendamento di Leu e Pd alla legge di bilancio. Che con la scusa di eliminare le patrimoniali nascoste, ne mette una palese: un prelievo progressivo, che parte dallo 0,2%, su tutte le “ricchezze” da 500mila euro in su. E, udite udite, nel calcolo del patrimonio entreranno pure i beni immobili. Insomma, la tassa non colpirà solo i paperoni (ai quali farà un baffo), ma anzitutto chiunque abbia un reddito da lavoro e un’abitazione appena più confortevole di una cantina. Forse non sarà l’80% degli italiani, come dice Giorgio Mulè di Forza Italia, ma poco ci manca.

In più, con l’eliminazione dell’Imu sulla seconda casa, si determinerà un buco nelle casse dei Comuni. Che, come le Regioni, sono i nuovi nemici dei nostri commissari sovietici. Il rimedio? Un “fondo dì solidarietà”: un classico esempio delle bizantine complicazioni per cui vanno matti gli accentratori veterocomunisti al governo.

È questa la ricetta della sinistra per farci uscire dalla crisi: salassare la classe media, già massacrata, in tempi normali, dagli effetti della globalizzazione e della cinesizzazione del mercato del lavoro; e punire la piccola impresa con restrizioni antiscientifiche, perché esercenti e professionisti sono potenziali evasori fiscali e pure sospetti di simpatie fasciste. Così, chi non muore di Covid, grazie alle glorie del “modello italiano”, finirà per morire di fame.

Alessandro Rico, 29 novembre 2020

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