“Di che razza sei?”. Poi 10 pronomi Lgbt: la patetica trovata di Kamala

La pompatissima candidata democratica sfoggia sul suo sito internet un tragicomico questionario: roba da fare accapponare la pelle

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Kamala Harris

Subito dopo l’ufficialità della sua candidatura alla Casa Bianca per conto dei democratici, Kamala Harris è finita al centro del dibattito social per un video risalente al 2020. La pompatissima vice di Joe Biden, dialogando con l’allora giornalista della Cnn Chris Cuomo, esordisce secondo i diktat della religione woke: “Ciao come stai? I miei pronomi sono she, her e hers”. Lo zenit dell’idiozia, il trionfo della mancanza di buonsenso. Ma a scatenare un po’ di sana ironia è stata la replica di Cuomo: “Anche i miei”.

Sì, perché non bisogna prendere troppo sul serio certe cretinate, perché il rischio è quello di farle diventare un’abitudine. Sia chiaro: per Kamala, una santità secondo i giornali di sinistra, questa robaccia è già legge. E coloro ancora dotati di senno hanno la possibilità di farsi qualche grassa risata – assolutamente gratis – andando a visitare il sito internet della rivale di Donald Trump.

Per la biologia la risposta esatta è “due”, ma per il fantastico mondo di Kamala esistono almeno nove generi. Nei moduli per partecipare alla campagna della dem compare infatti un elenco di nove diverse opzioni per i pronomi, tra cui “xe/xem”, “ze/hir”, “ey/em”, “fae/faer” e “hu/hu”. “Fae/faer” indica una persona di genere fluido ma non maschile, a volte di origine celtica. I pronomi “Hu/hu” sono pronomi di terza persona di genere neutro che si riferiscono sia a un uomo che a una donna. Gli altri pronomi sono considerati di genere neutro.

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“Fai sapere al datore di lavoro quali pronomi usi in modo che possa rivolgersi a te correttamente”, si legge nel modulo. Robe da pazzi. La giocata del campione è però un’altra. Con il timore di offendere il potenziale collaboratore-manutengolo, lo staff della Harris ha inserito un’altra opzione, che consente ai candidati di creare il proprio pronome personalizzato. In altri termini: se un uomo – plausibilmente un idiota – si identifica come un cane, può inserire dog/dogself.

Ma non è tutto. Perché il modulo in questione contiene anche l’esempio perfetto della contraddittorietà della religione woke abbracciata da Kamala. Il mantra lo conosciamo tutti: le razze non esistono, anzi, dividere gli uomini in gruppi caratterizzati da differenze di pelle o altre caratteristiche è estremamente scorretto. La stessa Harris non si è mai definita nera – ad eccezione degli eventi “black”, sia chiaro – ma semplicemente americana. Eppure nel questionario spunta la voce “razze”, con un elenco piuttosto folto: White / Caucasian, Hispanic, Latino or Spanish origin, Black or African American, Asia, Native Hawaiian e così via. Fino alla chiusura “risvegliata”: I do not wish to identify. Per oggi è tutto, non esagerate con le ironie.

Massimo Balsamo, 16 agosto 2024

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