La giovanissima Greta Thumberg è la favorita al Nobel per la Pace: circa un milione di dollari il suo vero premio. Al di là del denaro, che ormai sarà una cifra modesta nella holding che hanno creato su misura i genitori, a Greta andrebbe dato anche il Nobel per la Letteratura. I suoi libri non vendono tante copie come l’influencer Giulia De Lellis, ma i suoi discorsi raccolti su carta meritano più di una riflessione. Oltre al Nobel per la Pace i suoi scritti, il ghost writer sarà un gruppo con sede legale in qualche paradiso fiscale. Vorremmo che Greta trionfasse anche nella Letteratura, innanzitutto perché nessuno scrittore contemporaneo lo merita. A chi darlo? Dopo Bob Dylan, potrebbe vincerlo Bruce Springsteen o Franco Battiato, anche se sicuramente vincerà John Fosse, drammaturgo tra gli sfavoriti di chi scommette ma un genio che è impossibile non vinca.
Però, ecco, Greta merita il Nobel per la pace, il Premio per la Letteratura perché i suoi scritti sono un software al passo coi tempi e di lei c’è bisogno perché non si pone il problema degli alberi che abbatte per ogni copia che vende. Avrebbe meritato anche quello per la Medicina, il mondo è il più grande malato, anche quello della Fisica perché cosa vuoi che sia un neutrino di fronte a un gretino.
Greta ci serve. Perché dà lavoro a migliaia di persone: pensate solo agli spazzini che guadagnano con gli straordinari ogni volta che studenti di tutto il mondo riempiono le piazze e lasciano rifiuti di ogni tipo, come testimoniano migliaia di foto. In fondo Alfred Nobel ha inventato la dinamite che non è che abbia fatto un gran bene all’umanità, quindi darlo a Greta più che giusto è doveroso. Anche dal punto di vista mediatico. Volete mettere l’audience che avrebbe Greta rispetto a qualsiasi altro concorrente? Sì, perché ormai il Nobel più che un Premio è una gara. Lei parte in pole position. E poi, ammettiamolo, meglio una ragazzina rispetto ad un vecchio, come era Mandela.