Cultura, tv e spettacoli

DiCaprio ci piglia in giro: predica green, poi si sollazza sullo yacht

La Narrazione ci impone il verde con i suoi testimonial Vip. Che ovviamente poi se ne infischiano di non inquinare

© cloudytronics tramite Canva.com

Cosa intendono i mammasantissima delle istituzioni globali quando dicono che “la Narrazione è l’unica cosa che conta?”. Intendono una cosa semplicissima: che non esiste il reale ma esiste quello che dicono loro, alla Roi Soleil con il conseguente mascheramento dei loro vizi e perfino crimini, insomma la tracotanza del potere consacrata.

Non che le cose cambino di molto nell’apparente frenesia dei mutamenti indotti alla tecnologia, siamo sempre al “dopo di me il diluvio” anche, è chiaro, nel controllo della diffusione delle notizie, sì che un corposo apporto a questa operazione di travisamento di ogni evidenza ce l’ha come sempre l’informazione, oggi come nel 1850 superflua per chi la controlla, “non leggo i giornali, tanto scrivono solo quello che voglio io”. Napoleone III come oggi l’intreccio della finanza ludica e apocalittica per una informazione che non esiste più, ormai la quasi totalità dei contenuti di un giornale è fatto di redazionali più o meno coperti, di interviste commerciali, di allarmi inventati, insomma di marchette a vario titolo.

Uno degli ambiti più battuti dall’informazione pubblicitaria è necessariamente quello dell’ambiente all’insegna della comunicazione ecologico gossippara e spettacolarizzata; e la Narrazione consente agiografie sufficientemente pornografiche degli improbabili eroi di cartone come questo Leonardo di Caprio, definito da una spericolata “contributor” di una rivista per ricchi, o meglio per poveri che sognano di essere ricchi, come segue: “Ci sono uomini e ci sono gentiluomini. Leonardo DiCaprio è di certo un gentiluomo. Leo, come lo chiamano gli amici, è uno su cui puoi sempre contare e che mantiene le promesse. DiCaprio è un idealista, si butta con cuore e anima nelle amicizie e nei film”.

Il gentiluomo idealista è più esattamente uno che passa dal Titanic all’Invictus, che però non fa la stessa fine, è un megayacht per l’amante di turno e gli amici cari, anche loro con giovani amanti al seguito, con cui scivola dalla Sardegna all’Argentario nell’ammirazione dell’informazione servile che non si sogna neppure di far sapere quanto segue: che l’Invictus di “Leo” brucia 350 litri di nafta o gasolio all’ora ed è affittato alla spesa di 300mila euro la settimana da uno che ormai più che recitare predica e con le sue narrazioni ambientaliste ha saturato e non di CO2: “Mi preoccupa molto vedere troppe persone che ancora non si occupano con la dovuta serietà della crisi. L’urgenza della situazione è chiara e problemi come il riscaldamento climatico ci hanno dimostrato che siamo alla soglia della catastrofe. Eppure, la gente continua a ignorare tutto questo. Paradossalmente, la stessa cosa è accaduta con la pandemia: non avrei mai immaginato che la gente potesse non credere agli scienziati e pensare che il virus non esistesse”.

Leo da giovane belloccio di Hollywood è diventato un vecchio ciarlatano, un narratore dell’ultra èlite come i suoi colleghi Clooney, De Niro e compagnia recitante o cantante. Ma si possono decentemente sostenere baggianate del genere a bordo di un panfilo, tra una conferenza ambientalista e l’altra in giro per il mondo da raggiungere sul jeti privato? Sì, d’accordo, sappiamo come gira il mondo, sappiamo che la verità non è mai una e non rende liberi, al limite manda in croce, sappiamo che la Narrazione è il racconto-verità dei potenti, non esiste quello che vedete ma esistono le nostre virtuose falsità. Però quanto rompono i coglioni questi con il continuo miraggio di ogni faccenda sotto gli occhi di tutti. Tra l’altro una continua invenzione su basi cretine, di nessuna coscienza come di nessuna fondatezza scientifica. Ma la Narrazione ultraelitaria include la consapevolezza dei laureati honoris causa per qualsiasi ambito dell’esistente, alla Pico de’ Paperis.
Non indispone, non irrita l’ennesimo stellone di Hollywood che pontifica dal ponte della propria ipocrisia?

Certo non crea problemi alla informazione a tariffa, la stessa che spaccia una cerimonia blasfema per arte, un fiume paludoso per il cristallo dell’oceano tropicale e la totale indifferenza scientifica tra uomo e donna. Per questa via si arriva a legittimare qualsiasi distruzione o catastrofe planetaria, nel segno dell’irresponsabilità virtuosa, ma non è questo il peggio, il peggio è che anche i nessuno, i vorrei ma non posso, i cretini possono trovare, sulla scia di Di Caprio, il loro posto al sole della menzogna e dell’inganno.

Come questa irrisolta dell’Ultima generazione austriaca, una che la vedi dalla faccetta tipica di viziata arrogante e inetta, questa Marina di neppure trenta anni che non ha mai lavorato né mai lavorerà e dice: io servo altrove, io valgo nella protesta globale per salvare il pianeta. Queste ereditiere di professione, fateci caso, hanno tutte il curriculum bianco da Marina a Carola a Greta, abili in nessun mestiere ma ottime nell’ambientalismo influencer, nella spocchia degna di miglior causa: adesso piangono perché dopo alcuni anni di discutibile gloria, salvare il mondo rovinando opere d’arte, bloccando il traffico, defecando nelle fontane, i bonifici della stessa finanza che paga i media non arrivano più e loro debbono sbaraccare. “Colpa della società pigra e ignorante, di quelli che si credono benestanti” dice l’attivista dell’inattività a vita, “io non avrò mai problemi, non ho bisogno di lavorare”. Come tutti quelli che non hanno bisogno, si preoccupano di sabotare il bisogno di lavorare di chi ce l’ha. Sono cretine e non lo nascondono: danno la colpa “a una comunicazione algida, anticapitalista” ma, con le loro ascelle e polpacci forestali, aggiungono che questi capitalisti di merda stanno rovinando il pianeta.

Come Leo il galantuomo? No, l’Invictus consuma meno delle “macchinette” tenuta in spregio dalla inetta Marina la quale però non ci sta a gettare la spugna: “L’unica strada è intensificare la protesta, fondare un nuovo movimento con azioni più radicali, per esempio partendo dagli aeroporti”. Non fanno mistero di ispirarsi al terrorismo a prato basso, ma crescente, delle Brigate Rosse e all’informazione puttanesca va benissimo così. Sa perfettamente, questa informazione complice, che i fondi agli Ultima Generazione sono stati tagliati proprio in quanto velleitari, sterili, che chi li finanzia puntava ad azioni più eclatanti, più eversive. Molti non se la sono sentita, i più irresponsabili o potenzialmente terroristi sono pronti a salire di livello. Magari va bene e ci scappa o un posto all’Europarlamento o, se non altro, una vacanza sull’Invictus del galantuomo Leo, provvisto di cucine per gli ospiti, quadri d’autore, una alcova galleggiante nel segno dell’ambiente.

Max Del Papa, 10 agosto 2024