Esteri

La guerra in Ucraina (e in studio)

“Dici cazz…”, “Gallina comunista”. E in studio è rissa alle parole di Sallusti

Duro scontro a Non è l’Arena di domenica 3 aprile: Giletti conduce dal fronte ed è caos

Esteri

Duro botta e risposta a Non è l’Arena di domenica 3 aprile tra il direttore Alessandro Sallusti e Fabiola D’Aliesio. Mentre Massimo Giletti conduce sotto le bombe di Odessa, in studio gli animi si infiammano. Il direttore di Libero porta avanti la sua tesi secondo cui cedere alle pretese del Cremlino significherebbe far prevalere la logica del più forte, che invade un Paese e pretende di dettare le regole della resa. In studio D’Aliesio e il sindacalista Giorgio Cremaschi non ci stanno. E scoppia il patatrac.

Lo scontro Sallusti-DAliesio

Guardiamo il replay. “Se la guerra finisce domani allora vince il più forte, consentendo a Putin di prendersi ampi pezzi dell’Ucraina”, afferma Sallusti. Immediato l’intervento della D’Aliesio: “E chi sarebbe il più forte? Chi sarebbe il più forte? Chi sarebbe, visto che dietro il governo Zelensky ci sono gli Stati Uniti e la Nato che hanno finanziato e armato un colpo di stato nel 2014 destituendo un governo democraticamente eletto. Hanno armato i gruppi paramilitari neonazisti che si trovano in Ucraina”. Il direttore di “Libero” ovviamente dissente: “Ma per fortuna che li hanno armati – afferma – altrimenti a quest’ora si sarebbero già arresi o sarebbero morti. Dietro al governo Zelensky ci sono gli ucraini”.

Se non riesci a vedere il video, clicca qui

“Lei dice cazzate”. Rissa tv da Giletti

Altri ospiti provano a intervenire. E in studio sale la tensione. “Bisogna finirla con ipocrisie e falsità – insiste DAliesio – Questa è propaganda di guerra: la guerra in Ucraina c’è dal 2014, da quando c’è stato un colpo di Stato ed è stato messo un governo fantoccio degli Stati Uniti. Ci sono documenti che gli Usa stanno finanziando…”. “Eletto dagli ucraini”, prova a far notare Sallusti. “Taccia e mi faccia parlare”, replica l’ospite in studio. E via di rissa tv: “Lei dice cazzate”, attacca il direttore. Controreplica: “No, le cazzate le dice lei ed è ben pagato per dirlo”.

Se non riesci a vedere il video, clicca qui

“Gallina comunista”

Gli animi restano tesi anche durante il resto della trasmissione. “Io vorrei parlare senza essere interrotto da questa gallina comunista“, le dirà Sallusti poco dopo. “Si vergogni lei che è erede di una ideologia che è la più grande tragedia del ‘900, che ha fatto più morti dei nazisti, cazzo. E venite ancora qui a dare lezioni? Ma stia calma: io non ho milioni di morti sulla coscienza come voi“. Poco dopo, di fronte alla richiesta di Giletti di scusarsi e di fare retromarcia sulla parola “gallina”, il direttore spiega: “La signora fa parte dei CARC, un’organizzazione indagata per atti violenti ai limiti dell’eversione. Non venga qui a fare la santarellina e parlarci di pace e non-violenza. Dico gallina perché nessuno di noi è riuscito a parlare senza essere interrotto da questa signora. Mi ha interrotto 10 volte, come le galline che starnazzano”.