Salute

Diciamo no al green pass sullo stile di vita

© utah778 e phodopus tramite Canva.com

Quando ho letto il titolo dell’Ansa pensavo fosse un classico scherzo di carnevale. Invece è tutto vero: l’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, ha proposto di istituire una tessera sanitaria a punti, con scopo di promuovere uno stile di vita corretto.

Queste, in particolare, le parole di Bertolaso riportate dell’Ansa: “L’idea che dobbiamo portare avanti e studiare è quella di una tessera sanitaria a punti in modo che se conduci uno stile di vita corretto e salutare puoi guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi che possono essere diverse modalità di premialità. Gli screening – ha poi aggiunto l’ex capo della Protezione civile – per quelle che sono malattie prevenibili oggi sono ampiamente sotto il 50% delle persone che ne hanno diritto; noi invece vogliamo arrivare al 100% perché significa garantire la salute ai cittadini e ridurre i costi della sanità”.

Quindi dopo l’abominio del lasciapassare sanitario, che ha rappresentato un unicum nel mondo democratico, oggi spunta qualcosa di simile alla raccolta dei bollini del supermercato. E mentre in questo caso ciò serve ad ottenere sconti, prodotti per la casa e quant’altro, con i bollini della salute si potranno conseguire cure termali, skipass gratuiti e ingressi a grandi eventi.

Ora, sebbene alla base dell’iniziativa vi è l’encomiabile tentativo di ridurre i costi della sanità, per chi crede che le società liberali debbano sempre fondarsi sul senso di responsabilità individuale, tutto questo fa accapponare la pelle.

Al fondo, in particolare, si nota la solita inclinazione, assai diffusa in Italia e in Europa, di migliorare ogni aspetto della nostra esistenza attraverso un atto deliberato della sfera politica. Stabilito un obiettivo desiderabile, come quello in oggetto legato alla tutela della salute pubblica, ci si costruisce sopra un meccanismo burocratico con cui indirizzare i corretti comportamenti degli individui.

Tra l’altro, in merito alla questione in oggetto, la realizzazione pratica di codesta tessera della salute mostra alcune evidenti e, a mio avviso, quasi insormontabili criticità.

Infatti, in primis il buon Bertolaso dovrebbe spiegarci chi sarà chiamato a valutare la correttezza dei citati stili di vita e su quali basi. Inoltre, ammesso e concesso che ciò sia possibile – anche se ne dubito fortemente -, immagino che, a meno di non imporre tutta una serie di regolari check up di massa  (i quali comporterebbero costi proibitivi), il tutto dovrà fondarsi sulle dichiarazioni dei soggetti interessati all’iniziativa.

Infine, ammesso e proprio non concesso che vi aderiscano milioni di cittadini, immagino che si dovrà impiantare l’ennesimo carrozzone burocratico per la raccolta e l’analisi dei dati, al fine di consegnare gli agognati bollini del benessere.

In conclusione, nutro da sempre grande simpatia per l’ottimo Bertolaso, tuttavia la sua iniziativa mi sembra del tutto improponibile. Personalmente ritengo, come più volte sostenuto ai tempi della pandemia, che per promuovere un corretto stile di vita in un mondo libero l’unica strada sia quella di una corretta e capillare informazione, a cominciare dalla scuola.

Claudio Romiti

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