Forse sperava in una sollevazione popolare, magari in qualche manifestazione spontanea per convincerlo ad un passo indietro. Ma l’atto “eroico” di Giuliano Amato è passato nel silenzio più assoluto: nemmeno la tanto amata sinistra ha speso una parola per commentare le dimissioni da presidente della Commissione AI per l’informazione. L’ex presidente del Consiglio, ex ministro del Tesoro e ancora ex giudice della Corte costituzionale ha deciso di lasciare l’incarico dopo aver ascoltato le parole di Giorgia Meloni in conferenza stampa alla Camera: “Credo si sappia che non sia una mia iniziativa”, aveva detto l’inquilina di Palazzo Chigi a proposito della nomina. Non è mancato un riferimento all’incredibile sparata sul rischio per la tenuta della democrazia sul tema della corte costituzionale (“L’Italia può seguire Polonia e Ungheria”, ndr): “Sono rimasta particolarmente basita delle dichiarazioni”.
“È una Commissione della presidenza del Consiglio e, visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio, lascio senz’altro l’incarico”, le parole di Amato al Corriere non senza un filo di risentimento. Ma l’ottantacinquenne non ha lesinato nemmeno un po’ di orgoglio, tra serio e faceto: “Peccato, ci perdono qualcosa… Ma a me semplificherà la vita”. Il sottosegretario Barachini ha preso atto del suo passo indietro e ha dato il benvenuto a padre Paolo Benanti, presbitero e teologo francescano, è consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia. Sicuramente un profilo molto più utile alla causa, considerando esperienza e conoscenze, con buona pace dell’illuminato Amato.
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Diciamo la verità: Amato ha un po’ stancato. Certo di avere la verità in tasca, l’ottantacinquenne continua a scartare l’ipotesi di andare in pensione e almeno una volta al mese rilascia un’intervista ricca di titoli. Voglia di visibilità? Forse. Coltiva ancora il sogno Quirinale? Può essere. Basti pensare al caos scatenato dalle sue dichiarazioni su Ustica: ritrattate, smentite e confermate nel giro di pochi giorni, una manciata di interviste e persino una conferenza stampa. Ora la tarantella sulla presidenza della Commissione AI per l’informazione, un incarico che con tutto il rispetto sembrava assegnato a casaccio. Fortunatamente, grazie alle sue dimissioni, il ruolo è stato affidato a un vero esperto: ricordiamo che padre Benanti è l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. Un tantino più qualificato, no? Appuntamento alla prossima intervista di Amato su Rep, attacchi e sparate non verranno meno.
Massimo Balsamo, 6 gennaio 2024