Esteri

Dimissioni forzate e potere assoluto: ora l’Ue minaccia Zelensky

Bruxelles è intervenuta sul capo dell’Energia: un errore costringerlo a dimettersi. Ma le polemiche non si placano

Zelensky © zorankrstic e Daboost tramite Canva.com

Confermate tutte le indiscrezioni degli ultimi giorni: maxi-rimpasto all’interno del governo ucraino, coinvolto anche uno dei volti di punta come Dmytro Kuleba. Il ministro degli Esteri, come diversi suoi colleghi nelle ultime ore, ha infatti presentato le sue dimissioni alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino. L’elenco comprende anche Oleksandr Kamyshin, ministro per le Industrie strategiche, che supervisiona la produzione e lo sviluppo di armi; il ministro della Giustizia, Denys Maliuska e il ministro per la Protezione dell’ambiente, Ruslan Strilets. Hanno lasciato anche le due vice premier, Olha Stefanishyna e Iryna Vereshchuk (la prima responsabile dell’integrazione europea, la seconda dei rifugiati) e il capo del Fondo demaniale responsabile delle privatizzazioni, Vitalii Koval. Ma la mossa di Volodymyr Zelensky non ha entusiasmato il popolo ucraino. E nemmeno l’Ue.

Se a Kiev si parla di un normale avvicendamento mirato a “ottimizzare” e “avere nuove energie”, c’è chi punta il dito sull’accorciamento della catena di comando e dunque sul rafforzamento del ruolo di unico uomo al comando di Zelensky. Come evidenziato dal Corriere, hanno lasciato la poltrona coloro che avrebbero avuto la tentazione di trattare un compromesso con la Russia. Ora, con il nuovo assetto, a decidere il destino di Kiev restano Zelensky, il capo dell’amministrazione presidenziale Andriy Yermak e il capo dei consiglieri Mykhailo Podolyak.

Le dimissioni – in realtà licenziamenti e riposizionamenti decisi dall’alto – sarebbero anche  un tentativo di mostrare ai partner occidentali che l’Ucraina sta prendendo seriamente le richieste di trasparenze e riforme. Ma attenzione all’ascesa del già citato Yermak: ribattezzato “Cardinale Grigio”, avrà la possibilità di piazzare fedelissimi in ruoli chiave, esercitando un’influenza decisiva sulle decisioni strategiche. Repubblica conferma dunque i timori sull’accentramento eccessivo del potere non solo di Zelensky, ma anche di un uomo non eletto come Yermak, tutt’altro che responsabile verso l’elettorato.

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Come anticipato, la svolta sancita da Zelensky non è stata accolta con entusiasmo né dagli ucraini né dall’Ue e dagli altri sostenitori internazionali. Nessun attacco frontale, ma una strigliata categorica, perentoria. Il Corriere riporta che pochi giorni fa è arrivata al primo ministro ucraino Denys Shmyhal una lettera firmata dall’ambasciatrice dell’Unione europea nel Paese Katarína Mathernová, dalla direttrice per l’Europa della International Finance Corporation (Banca Mondiale) Ines Rocha e dal direttore generale Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo Arvid Tuerkner. Un unico obiettivo: prevenire la rimozione di Volodymyr Kudrytskyi dal ruolo di presidente esecutivo della società di Stato dell’energia Ukrenergo. Iniziativa fallita, perché Kudrytskyi è stato spinto alle dimissioni.

Nella missiva veniva espressa “seria preoccupazione” per il licenziamento, con tanto di minaccia: “Un simile evento metterebbe in pericolo la nostra capacità collettiva di sostenere Ukrenergo e altre misure prioritarie per la vitale sicurezza energetica dell’Ucraina”. Senza dimenticare le preoccupazioni sulla trasparenza della gestione dell’azienda di Stato: la Bce e altri organismi internazionali hanno prestato centinaia di milioni a Ukrenergo a condizioni agevolate a patto che l’azionista pubblico di controllo nominasse un consiglio di supervisione di indipendenti. Queste nomine non sono mai arrivate.

Più soft, invece, la linea ufficiale sul rimpasto rappresentata dal portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue, Peter Stano: “Ciò che è importante per l’Unione europea è avere sempre dei partner buoni e affidabili dall’altra parte. Quindi ciò significa che è importante avere una governance buona e stabile e speriamo di poter continuare un’ottima cooperazione con le nuove controparti ucraine nello stesso modo in cui abbiamo fatto con i ministri uscenti”. Zelensky è avvisato.

Franco Lodige, 5 settembre 2024

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