È difficile registrare la realtà quando diventa infame, offensiva per la decenza minima: la famiglia del ragazzino in fin di vita non risulta avere replicato alla miserabile uscita di Lamorgese, ma dovrebbero rispedirla al mittente con tanto di insulti. Intanto, un altro sacro richiedente asilo, dal Mali, domenica su un treno ha preso +a testate il controllore che gli chiedeva il biglietto e poi ha aggredito altri passeggeri. Niente paura, casi isolati, dicono i tifosi dell’aggressione sistematica, purché esotica: a forza di casi isolati stiamo perdendo qualsiasi libertà di movimento, siamo abituati alla paura, presto il greenpass non servirà più, ci purgheremo da soli col lassativo della paura. Adesso aspettiamo il solito giudice illuminato, e nominato via PD, che liberi sulla parola il criminale somalo, questione di giorni. Ma il papa Bergoglio è andato in Ungheria a dire che non bisogna essere razzisti, che vanno imbarcati tutti e conviene fingere di non vedere pericoli e delitti. Se no è razzismo. Cosa diavolo c’entri il razzismo con tutto questo, con l’aspirazione a non vedere il proprio figlio di pochi anni accoltellato da un delinquente allo sbando, Dio solo lo sa.
Max Del Papa, 14 settembre 2021