Zanzara tigre

“Dire ‘la mia donna’ non è possesso”. La lezione di Cruciani a Gino Cecchettin

L’editoriale del conduttore della Zanzara: le parole del padre di Giulia e la farsa antifascista alla Scala

Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha commentato così le parole di Gino Cecchettin e la farsa antifascista nata dopo la Prima alla Scala. “Mi rivolgo al padre di Giulia Cecchettin che ieri ha detto che bisogna cambiare il modo di parlare. Voglio dirgli gentilmente, senza incazzarmi come al solito, che l’espressione ‘la mia donna’, ‘la mia fidanzata’, ‘mia moglie’ o al contrario ‘il mio fidanzato’, ‘mio marito’ non significa per forza possesso, sono dei modi di dire della lingua fottutissima e grandissima lingua italiana. La lingua italiana. Non fatemi incazzare con il padre di una vittima, non fatemi incazzare per favore. Non fate così. Il padre della vittima di Giulia Cecchettin, io lo rispetto, può fare quello che vuole: può andare da Fazio, può andare in tutte le trasmissioni, scrivere. Io non giudicherò mai il suo essere presente sulla scena mediatica italiana, mai lo criticherò per questo”, ha commentato il conduttore di Radio24.

Cruciani ha poi commentato il moto antifascista nato dall’urlo “viva l’Italia antifascista” e prontamente cavalcato dalla sinistra: “Per qualche giorno abbiamo assistito al delirio dell’Italia antifascista. È bastato che un signore, che ha un sacco di tempo libero, per puro esibizionismo urlasse ‘Viva l’Italia antifascista’. Questo è bastato affinché il Partito democratico e dintorni cominciassero a scrivere ‘Viva l’Italia antifascista’. Ma non c’è nessun pericolo. Ma di che cavolo parliamo? Di cosa parliamo? Avete riscoperto l’antifascismo, senza nemmeno i fascisti. Ragazzi, ma di cosa parliamo? Ma siete pazzi, siete alla frutta. Non avete altri argomenti che gridare ogni tanto al fascismo. E poi perché attaccate la polizia? La polizia ha preso le generalità. Che male c’è? Se tu non hai fatto un cazzo nella vita, ti fanno la fotocopia dalla carta di identità. Dovresti dire grazie alla polizia di essere stato identificato”.