Diritto a poltrire: Il Domani s’inventa il “reddito di successo”

I tempi cambiano e anche i fantasmi si adeguano: arriva la lotta alla cronofagia

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Dopo il patriarcato, sul fronte femminista spunta la lotta alla cronofagia (ossia la percezione di essere costantemente in competizione con il tempo che scorre), presunta sindrome generata nel bieco sistema capitalista per sfruttare le masse dei salariati. Lo sostiene in un lungo articolo, pubblicato recentemente sul Domani, Alessandra Vescio.

Ovviamente le donne, in questa visione a tinte rosa, rappresentano le principali vittime di questo sistema cronofago, in cui le ore dedicate al sonno verrebbero considerate una pura perdita di tempo. Citando l’esperienza Chanté Joseph, scrittrice e podcaster di colore, la Vescio in un breve passaggio condensa nella sua sinistra visione tutti i mali che affliggono le nostre moderne società liberali. La sua, secondo la giornalista, “non è un’esperienza unica, ma una questione sociale, e in quanto donna nera, le sue difficoltà a concedersi di riposare e dormire affondano le radici nell’intersezione tra le oppressioni di genere e quelle razziali del sistema patriarcale, capitalista e suprematista bianco in cui viviamo.”

Ma per meglio spiegare il concetto all’assonnato popolo dei lettori e delle lettrici sfruttate, la Vescio tira in ballo il libro di una certa Virginia Cafaro dal titolo piuttosto esemplificativo: Manifesto pisolini. Guida femminista sul diritto al riposo. Un titolo efficace che ci fa venire in mente la frase di apertura di un ben più tragico Manifesto dei tempi andati: “Uno spettro si aggira per l’Europa; lo spettro del comunismo”.

D’altro canto i tempi cambiano e anche i fantasmi si adeguano, adattandosi a rappresentare le istanze del momento, che in questo caso sembrano orientate a rivoluzionare il dominio capitalista sul riposo del proletariato moderno. Citando un passaggio del libro, la Vescia scrive che “la classe dominante – che possiede i mezzi di produzione e, grazie al tempo del lavoro altrui, può concedersi il lusso di non fare nulla – ha rivestito infatti il lavoro di valore morale: non più e non solo necessità economica, il lavoro è diventato ciò che dà significato alle nostre vite.

In sostanza, nel Manifesto pisolini, emergerebbe con chiarezza l’inganno capitalista, teso a creare l’illusione che solo attraverso il lavoro passa la realizzazione professionale. Ma in realtà, si tratterebbe “di un’azione voluta e ponderata da parte di chi ha sempre avuto interesse a mantenere alta la soglia della produttività: rivestendo il lavoro di un valore morale, promuovendo il sillogismo tra lavoratrice/tore e merito, la classe dominante ha intrappolato chi lavora in un inganno, così da rendere appetibile lo sfruttamento”.

Insomma, passato di moda il famoso “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”, adesso è il momento delle sbadiglione e degli sbadiglioni oppressi. E se una volta l’obiettivo rivoluzionario era quello di dare pane e lavoro a tutti, oggi si punta a realizzare qualcosa di assai più ambizioso: il paradigma del famoso Michelasso, in cui i cittadini e le cittadine possano dormire a piacimento, mangiare, bere e andare a spasso.

Claudio Romiti, 11 aprile 2024

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