Cronaca

Guerra in Medio Oriente

Dirottò due aerei: terrorista palestinese parla all’Università

A Torino i collettivi occupano l’ateneo e invitano Leila Khaled, terrorista e dirigente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina

Terrorista palestinese università

Il Palazzo Nuovo a Torino, sede dei corsi universitari umanistici, è “sotto sequestro” da parte degli studenti che vi stanno organizzando una serie di eventi in supporto della Palestina. Tra questi, c’è da segnalare la partecipazione, benché non fisica, di Leila Khaled, ex leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e famosa per aver dirottato due aerei di linea negli anni Sessanta.

Leila Khaled non è una semplice militante. Né un’attivista per la Palestina. La donna, ora 79enne, è famosa per essere stata la prima donna ad aver attentato ad un volo aereo. In due occasioni ha dirottato voli di linea per cercare di convincere il governo israeliano a liberare i prigionieri palestinesi. Il primo caso risale al 1969: era Boeing 707 diretto da Roma a Tel Aviv. Mentre un secondo tentativo di dirottamento fallì nel 1970 su un volo diretto a New York, in uno di quegli atti simultanei che porteranno alla destabilizzazione della Giordania facendola cadere nel Settembre Nero.

Khaled venne arrestata a Londra e rilasciata in seguito per via di uno scambio di prigionieri. C’è un motivo dunque se la Khaled non sarà presente fisicamente a Torino. L’ultima volta che ci provò, era il 2017, in occasione del cinquantesimo anniversario del FPLP, venne bloccata all’aeroporto di Fiumicino e rispedita in Giordania sul primo volo disponibile. Il gruppo a cui appartiene, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, è considerato un’organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti, Canada e Unione Europea, Italia inclusa. Solo una settimana fa, Leila Khaled era stata invitata dall’Università Orientale di Napoli.

“Chiediamo alle autorità competenti, dal Questore di Torino al ministro dell’Interno, se sia ragionale che a un personaggio, dal passato e dal presente assai discutibile, venga invitato a un evento pubblico e consentito di propagandare liberamente l’odio antisemita – scrive Pina Picerno, vicepresidente del parlamento Ue, in una nota – Sarebbe quantomeno opportuno, invece, revocare l’invito all’attivista palestinese, già al centro di polemiche a Napoli qualche giorno fa per la stessa identica ragione. Dobbiamo evitare che i nostri atenei si trasformino in palcoscenici per fomentatori di odio, come Leila Khaled, dove poter liberamente fare propaganda contro Israele”.

Da giorni si susseguono manifestazioni e occupazioni da parte dei collettivi studenteschi universitari. Oltre all’Orientale di Napoli, lo scorso 8 novembre, i collettivi di studenti dell’Università La Sapienza di Roma hanno occupato parte dell’Ateneo per manifestare contro gli accordi accademici con Israele e in favore di una più ampia cooperazione con le università palestinesi. Questa mobilitazione ha trovato il supporto di circa 120 docenti, studiosi e ricercatori che hanno firmato un appello a favore della Palestina e contro la presunta “narrazione” filo-israeliana del conflitto. In tutta risposta, ieri, nel corso di un corteo tra le aule universitarie sono apparse scritte contro gli israeliani sui muri. Come a “marchiare” quelli colpevoli di collaborare con Tel Aviv.