Poco meno di tre mesi fa il partito laburista ha conquistato Downing Street, ma la luna di miele è durata pochi giorni. Il primo ministro Keir Starmer deve fare i conti con pesanti critiche legative al suo operato, senza dimenticare le polemiche che lo hanno coinvolto per aver accettato regali come biglietti per concerti e partite, o vestiti per lui e la moglie per un valore di decine di migliaia di euro (oltre 120 mila secondo quanto riportato dai principali tabloid). L’ultimo sondaggio non lascia spazio a dubbi: il premier è già più impopolare di Boris Johnson e Rishi Sunak. Una Caporetto.
Secondo quanto rivelato in un sondaggio riportato dal Daily Mail, il livello di gradimento di Starmer è crollato di 26 punti percentuali tra le elezioni del 4 luglio e oggi. I numeri sono devastanti: più di un britannico su due, il 53 per cento, crede che stia facendo un cattivo lavoro come capo del governo. E la rilevazione non è il principale dei problemi. Lo scandalo degli omaggi ricevuti che ha coinvolto anche i principali ministri come la vicepremier Angela Rayner e la Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves. A preoccupare è soprattutto la natura di questo do ut des. Come evidenziato dal Corriere, il principale donatore – Lord Waheed Alli ha ottenuto un pass di libero accesso a Downing Street e perfino la possibilità di mettere becco nelle nomine del governo. In altri termini, Downing Street è diventata un circo totale.
Quest’ultima definizione porta la firma di un ministro che ha preferito non rendere nota la sua identità al Times. In meno di tre mesi il governo di Starmer è riuscito a tracciare un solco ma in negativo. L’analisi degli esperti è perentoria: in questo modo i laburisti fanno crollare la fiducia dei consumatori e dunque rischiano di strangolare la ripresa economica registrata nei primi sei mesi di questo 2024. Un rialzo esponenziale che ha subito una brusca frenata a luglio, proprio in concomitanza con le elezioni. Non si tratta di una casualità.
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Anziché diminuire, i problemi si moltiplicano. I laburisti sono infatti attesi dal congresso annuale di Liverpool, un tempismo disastroso, considerando che contemporaneamente la popolazione britannica deve fare i conti con i futuri vincoli di bilancio, a partire dalla revoca del sussidio per il riscaldamento per 10 milioni di pensionati. E non è tutto. L’Office for National Statistics (ONS) ha riferito che il debito pubblico britannico ha raggiunto il 100 per cento del prodotto interno lordo, aumentando la pressione sul governo.
Il ritornello intonato dai laburisti nelle ultime settimane non funziona più. Il tentativo di Starmer di addossare tutte le colpe ai governi conservatori non convince i britannici. Basti pensare agli addebiti per il limitato margine di manovra in un’economia stagnante: secondo alcuni analisti gli inglesi hanno già perso la pazienza e pretendono passi avanti immediati, a partire dal miglioramento dei servizi pubblici e del potere d’acquisto. Tranchant Steven Fielding, professore di scienze politiche all’Università di Nottingham: “Tutti sono un po’ stanchi di sentire il governo parlare dell’eredità che i conservatori hanno lasciato. I membri del partito e l’opinione pubblica vogliono sapere cosa farà il Labour per risolvere i problemi e finora ci sono state pochissime proposte concrete “. Da questo punto di vista la sinistra britannica non è molto diversa da quella italiana: tante chiacchiere e pochi fatti.
Franco Lodige, 22 settembre 2024
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