Divieto di fumo, la dittatura sanitaria continua

Con la scusa della tutela della salute si restringe sempre più il campo delle libertà individuali

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Ci risiamo: con la solita vecchia scusa della tutela della salute della collettività il potere tende a restringere sempre più il campo delle libertà del singolo. Un modello già ampiamente rodato in epoca pandemica, allorquando per scongiurare il rischio di contagio si riuscirono a negare poco alla volta tutte le libertà fondamentali dell’individuo, e poi regolarmente riproposto per imporre al cittadino provvedimenti restrittivi delle libertà personali contrabbandati come necessari per la salvaguardia della salute pubblica.

Sempre il solito copione, insomma, con il diritto alla salute tiranno rispetto a tutti gli altri diritti fondamentali in nome dell’emergenza, anche se poi, di fatto, l’emergenza non c’è. Poco conta. Ciò che veramente conta è richiamarla nella mente dell’individuo ogni qualvolta dovesse risultare funzionale ai fini dell’imposizione di una qualche misura restrittiva delle libertà personali. Dilagante, in questo senso, è la tendenza a continuare ad estendere i divieti di fumo, anche all’aperto. Da Torino a Londra, passando per Milano, molte e in costante crescita sono le città europee in cui nelle ultime ore sono stati varati veri e propri provvedimenti anti-fumo, come a voler apertamente dichiarare guerra alle sigarette.

E così, che in nome dell’emergenza perenne ridotta ormai a consuetudine, si mira ad inaugurare una nuova stagione proibizionista con il beneplacito del cittadino stesso, la cui salute diviene ancora una volta causa e pretesto per giustificare l’invadenza del Leviatano nella sfera privata individuale. Sarà, or dunque, sempre più asfissiante la presenza (ormai tendente all’onnipresenza) dello Stato nella vita del cittadino, a regolarne dall’alto l’esistenza e ad accordare gentilmente di volta in volta questa o quell’altra concessione.

Senza mai esagerare, ovviamente, essendo, come sempre, in gioco la salute pubblica, messa pericolosamente a repentaglio dai comportamenti irresponsabili del singolo, idealmente relegato alla periferia in quanto non capace di badare a sé stesso e al proprio benessere. Si giungerà, così, presto o tardi, finanche alla richiesta esplicita di consenso per andare a pisciare. Sempre e comunque in nome del diritto alla salute.

Salvatore Di Bartolo, 20 aprile 2024

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