Soprattutto per il fatto che questo preteso reato non é definito dalla legge che si vorrebbe approvare, e quindi rimane determinato da una percezione soggettiva, lasciata alla discrezionalità di chi sarà chiamato a giudicare e basato su fondamenti non scientifici. Sarà condannato allora chi dice che si nasce maschio o femmina? O chi dice che una famiglia é composta da una mamma e da un papà?
La partita, si precisa, non è ancora giunta al termine, in quanto per i sostenitori di questa legge si presenta lo scoglio del Senato. Auguriamoci allora che non si voglia far vincere un buonismo spicciolo ma che possa trionfare la giustizia e la verità.
Eleonora Bonfanti, 9 novembre 2020