Commenti all'articolo Domenico Iannacone, quando Rai3 non è Tele-Kabul

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elvia grazi
elvia grazi
21 Dicembre 2018, 0:16 0:16

interessante anche io sono incuriosita ..

Orlo
Orlo
17 Dicembre 2018, 23:14 23:14

Debbo riconoscerti,caro Serino,una capacità d’analisi importante. Nn ti conoscevo prima del tuo esordio anti-trap e di primo acchitto mi sei parso un coglione. Ovviamente,anche tramite una analisi della rete,ho capito che “ci hai fatto”,difatti già il giorno dipo ho ringraziato il Nicola di averti “donato” al blog. Il tuo pezzo che sto commentando ora,debbo dirtelo,mi ha reso lo Iannacone sotto la lente giusta. Nn sono un grande consumatore televisivo,ma lo Iannaccone,quando mi capita sotto gli occhi lo seguo con piacere. Ed ora ho capito il perché grazie a te. Mi ritrovo appieno nella tua disamina del personaggio e mi viene in mente,come antitesi,il giornalista delle iene Golia. Il Golia è anch’esso avvezzo all’indagine giornalistica,ma quando lo vedo nn percepisco la sua azione che mi appare,sempre,finalizzata. Per esempio,lo vidi in azione a Scampia addentrarsi nelle abitazioni che facevano a pugno col degrado esterno per quanto fossere linde e pregne di arredi e oggetti tecnologici di ultimo grido,e nel voler descrivere una situazione di fuorilegge ci sentivo,in sottotraccia,un “compromesso” che mi rendeva lo “spettacolo” fine a se stesso e senza sbocco di emancipazione. Invece lo Iannacone si insinua nella piega,con fare situazionista,e la sua rappresentazione prende la forma della realtà,dando l’impressione(ove ci sia la possibilità)di agire socialmente. Sono tutte deduzioni che mi hai fatto scaturire con il tuo magistrale pezzo. Grazie e… Leggi il resto »

Lorenzo
Lorenzo
16 Dicembre 2018, 10:11 10:11

Mi permetto, dopo aver letto un commento sopra… Lo guarderò, la guarderemo questa trasmissione. Perché in mezzo a tutte queste brutture che la quotidianità, soprattutto televisiva e social, ci offre “oggi”, questo modo di fare televisione è una freccia d’amore verso l’umanità e la sua scia vale la pena -deve, dovrebbe- essere seguita. È in questo modo che ci si distingue, da sempre (un fuoriclasse è colui che, con classe appunto, si tira fuori dalla massa, dalle mediocrità, non tutti ne sono capaci!), una volta, per esempio, vi erano molti più fuoriclasse di oggi, gli uomini e le donne di una volta non “esistono” più. La risposta a ciò in che potrebbe consistere se non in quella, seppur ovvia, retorica e populista (una parola questa, chissà perché, così fuori moda e denigrante e colpevolizzante che a farne un uso e pensiero proprio è peggio che dar un calcio nelle parti basse a chi si ha di fronte) che si aggancia agli articoli dei giorni precedenti? L’essere umano è andato e sta continuamente andando alla deriva. Perché ha perso e perde i valori. Valori che gli uomini e le donne di una volta avevano: il loro modo di fare era veramente da fuoriclasse. Il rispetto e l’aiuto erano diversi, molto diversi. E poi c’è indignazione per il bullismo, perché un datore… Leggi il resto »

Antonio
Antonio
16 Dicembre 2018, 0:09 0:09

” amico e lo sguardo severo di un padre cerca di farci comprendere come la colpa non sia delle istituzioni, ma nostra”. “Gelo dei cuori, gelo delle azioni.” Paolo Serino , mi fermo qui perché non riesco a frenarmi dalle risate. Ma cosa è la riedizione del libro cuore, una montagna di melassa per cerebrolesi ? Meglio una presa per il culo dove tutti colpevoli nessun colpevole. La colpa non è delle istituzioni e allora di quelli che ci lavorano perchè le istituzioni siamo ancora noi ,ergo le istituzioni ( leggi i giornali) ti pagano la biada, quindi possono mica essere brutti sporchi e cattivi. Sei un fallower della Ferragni? Fai una cosa giusta, cioè , censurami così saprò che ho letto correttamente la doppia morale: fate quello che dico io ma non fate quello che faccio io. Un abbraccio Cattivik ( personaggio fumettistico di Bovi nel 1965)