Nel brano degli opinionisti agnostici coabitano due frasi: la prima riconosce il sopruso putiniano, “ma” viene addebitata all’Occidente l’istigazione dell’orso russo. Ammantare di plausibilità il disegno neo-zarista, proiettato ad espandere i suoi confini, equivale a riconoscere come valida la legge del più forte e a non ostacolarne la volontà di potenza. Ammesso che l’adesione all’Alleanza Atlantica poteva rientrare nell’orizzonte politico di Kiev, ciò comunque non autorizzava Putin a violare l’integrità di uno Stato sovrano. La Nato è un’organizzazione che per statuto non ha una vocazione offensiva. Se ci si oppone all’eventualità che un Paese confinante possa sottoporsi all’egida protettiva occidentale, temendone il dispositivo difensivo, significa nutrire verso lo stesso progetti di annessione, a cui corrisponderebbero quelle reazioni contemplate dall’appartenenza all’ombrello Nato. Dunque, sull’invasione dell’Ucraina e sull’escalation criminale ai danni dei civili inermi non possono agire alibi o formule attenuanti racchiuse in un ambiguo “ma”.
Andrea Amata, 5 aprile 2022