Politiche green

Dopo i “putiniani”, i “negazionisti”: le liste di proscrizione sul clima

Prodi, Cingolani, Caserini, Giambruno: ora il Domani ci spiega chi sono gli inascoltabili in tema di clima

negazionisti clima 02 © TheDigitalArtist e mediaphotos tramite Canva.com

Erano già iniziate durante il periodo pandemico, per poi seguire con lo scoppio della guerra in Ucraina e ora arrivare a gamba tesa sul cambiamento climatico. Autori, come sempre, sono pezzi di quella sinistra progressista e radical chic che, ormai da anni, lancia messaggi quali fossero dogmi da non poter essere contraddetti. Sei a favore della libertà vaccinale? Negazionista! Hai votato Giorgia Meloni alle scorse elezioni? Fascista! Poni dubbi sulla responsabilità dell’uomo in relazione al clima? Negazionista! E via andare.

Stiamo parlando delle liste di proscrizione. Ed è un articolo del Domani (che, a sua volta, definisce “deliranti” le tesi di alcuni fisici, meteorologici e scienziati in materia) a darne il plastico esempio. In un pezzo che spara a zero contro chi si pone al di fuori della narrazione eco-fondamentalista, il quotidiano di De Benedetti distribuisce patenti di legittimazione, facendo nomi e cognomi degli inascoltabili, esperti che rifiutano la propaganda dogmatica verde.

Le liste di proscrizione sul clima

Tra questi, ovviamente, non può che spuntare Franco Prodi, “fisico dell’atmosfera, il negazionista più citato d’Italia, in grado di svariare dal ruolo di icona delle bolle complottiste alla festa dell’innovazione del Foglio, cacciato dal Cnr, ai margini della comunità scientifica da decenni”. E via l’attacco anche ai quotidiani di centrodestra come La Verità, Libero ed Il Giornale. L’affondo, guarda caso, si rivolge anche al compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno, “colpevole” di aver “tolto la linea all’inviata in Puglia colpevole di aver citato i rapporti Ipcc per collegarli all’ondata di calore”.

E ancora, le liste di proscrizione citano Stefano Caserini, docente di mitigazione climatica al Politecnico di Milano, e “una manciata di fisici, nessuno che si sia occupato direttamente di clima e poi una sorta di locanda da Guerre stellari di personaggi, compresi un cardiologo, un pescatore, un ingegnere dell’aria condizionata”. Non potevano poi mancare le accuse alla “destra negazionista” (un classicone dei progressisti), a cui si affianca l’attacco indiretto al popolo italiano, dove si trapela il solito tentativo di trattare gli elettori come minus habens.

L’attacco alla destra

In relazione ad un documento da Climate Intelligence Foundation, il Domani ci racconta che “l’Italia è il secondo paese con più firmatari dopo gli Stati Uniti, nell’elenco ci sono pensionati senza attribuzione, geologi dell’Eni, un antropologo, degli agronomi, un sommelier. E poi ci sono quei quattro, cinque nomi che girano da anni nella bolla negazionista: il geologo della Sapienza Alberto Prestininzi, il chimico Franco Battaglia, Prodi, il meteorologo Roberto Madrigali (già noto per aver organizzato convegni anti scientifici in un liceo di Grosseto)”.

Per approfondire:

Arrivano poi le accuse al ministro Cingolani, colpevole di aver definito la transizione ecologica “un bagno di sangue”, cioè colpevole per aver detto la verità, visto che lo stop alla vendita delle auto diesel e benzina dal 2035, oppure la direttiva green sulle case, saranno una vera e propria spada di Damocle per i cittadini italiani ed europei. Ma si sa: le religioni non possono essere mai contraddette. Prima c’era quella del Covid, ora quella del clima. E a propinarle sono sempre i progressisti, nell’eterno tentativo di dar vita a quella che Antonio Gramsci, un secolo fa, definiva egemonia culturale.