Chi scrive non si è unito al coro dei tanti liberali e conservatori, più o meno filo trumpiani, che hanno considerato la candidatura prima, e poi l’elezione, di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti una sventura. Essendo un amico di quel Paese, la cui storia che tanto amiamo si è sempre giocata al “centro”, mi era infatti sembrato che Biden, da uomo del vecchio establishment, potesse arginare le spinte estremistiche e radicali mai come oggi presenti e vincenti nel Partito democratico. Faccio autocritica: ho sbagliato perché non avevo considerato un elemento fondamentale. Rispetto a tutti, o quasi tutti, i quarantacinque presidenti precedenti, Biden manca della qualità essenziale per coprire quel ruolo: il carisma, che è poi anche intelligenza politica. Egli è, per incapacità e comportamenti, un “numero due” assoluto. E rischia di passare alla storia come l’autore inconsapevole di immani disastri, molti più di quanti ne abbia causati o se ne imputino a Trump.
Disastri per l’immagine, e quindi anche per la sostanza, del suo Paese, dell’Occidente e in genere del mondo libero. Tutti abbiamo avuto modo di vedere il modo goffo, a dir poco, con cui Biden, senza consultare gli alleati, ha dato esecuzione al proposito che risale a Trump e a Obama, e che corrisponde al comune sentire dell’uomo medio americano (da quelle parti la democrazia conta!), di disimpegnare gli States dall’Afghanistan. Farlo rapidamente, senza un minimo di preparazione, senza gradualità, senza pensare alle conseguenze, credo che sia stato uno di quegli errori che la storia, e forse non solo la storia, non perdoneranno. Mai nessuno in così pochi mesi si è giocato, come Biden, quasi tutto quello che aveva, non ultimo un consenso generale da parte dell’informazione mainstream. Un errore imperdonabile, ancora più grave perché egli non vuole ammetterlo (e da quelle parti, anche, come il caso Clinton-Lewinsky insegna, l’autocritica e le scusedell’uomo politico sono accettate mentre la menzogna no).
Quello che è deleterio per gli Stati è poi soprattutto il mostrare una mancanza totale di dignità di fronte al mondo e agli stessi cittadini di esso (che, in questo caso, tanto proprio non volevano e non tollerano). Trump ne avrebbe probabilmente, nella sua “irregolarità”, avuta di più. Che io ricordi, c’è solo un altro episodio storico che ha messo in mostra questa mancanza di dignità: la fuga del re Savoia dopo l’8 settembre. Come finì per lui è risaputo. Ma importante è soprattutto considerare il fatto che, da allora, gli storici hanno parlato, per il nostro Paese, di “morte della Patria”. Ed è preoccupante che ora essi comincino a parlare di “morte dell’Occidente”. Speriamo che si sbaglino.
Altrettanto clamorosa è poi la notizia che è giunta ieri: l’inchiesta affidata da Biden tre mesi fa all’intelligence per scoprire le origini del Covid, e in particolare le eventuali responsabilità della Cina, ha messo capo ad un rapporto che è stato definito “inconcludente” per l’impossibilità di avere la collaborazione delle autorità di Pechino. Le quali, fra l’altro, se colpevoli, hanno avuto tutto il tempo di far scomparire le prove di ciò che è veramente successo a Wuhan. . Ora, far filtrare la notizia di un rapporto segreto in preparazione, e poi non considerare l’impatto che una sua facilmente immaginabile “inconcludenza” avrebbe potuto causare, sembra un vero e proprio autogol a favore della Cina. Partito lancia in resta col nobile proposito di arginare lo strapotere dell’ultima dittatura comunista, Biden, con le sue mosse, sembra quindi riuscito, fantozzianamente, a riabilitarla. Brutta storia per noi tutti che un “futuro cinese” proprio non lo vogliamo!
Corrado Ocone, 26 agosto 2021