Soprattutto, non era scontato che Conte, piuttosto che lasciarsi soltanto sbrindellare la giacca a furia di essere tirato di qua e di là dagli “alleati”, si ritagliasse un ruolo individuale, affinando le armi per evitare che le smanie degli azionisti del governo minassero la sua primazia. Dal punto di vista meramente tattico, al premier va dato atto di esser stato capace di giocarsi le sue carte, come un politico consumato.
Meraviglie di Casalino? Doti di mediatore dell’avvocato? I consigli del Colle, che non sempre ha gradito i protagonismi di Conte, ma continua a reputarlo un’utile riserva per arginare i sovranisti? Chissà. Una cosa è sicura: di questo Giuseppi non ci libereremo facilmente.
Alessandro Rico, 19 ottobre 2020