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Draghi e il Vaticano sono pazzi della Meloni - Seconda parte

Continuare a ripetere “Prima l’Italia” è oggi un refrain che sa di antico: tutti i grandi leader politici del Bel Paese hanno sempre privilegiato l’Italia, collocandola però in una cornice chiara di rapporti internazionali autenticamente “atlantici”. E proprio al Dipartimento di Stato Usa non hanno certo gradito l’apertura verso i vaccini russi e, ancora meno, l’aver insistito per il Copasir su Adolfo Urso, un galantuomo amato un po’ troppo a Teheran, anziché puntare su personalità come Tommaso Foti e Alessio Butti, ben visti peraltro anche da Salvini col quale, tuttavia, la disputa fratricida, oltre che dannosa, sta diventando anche un po’ ridicola.

A Giorgia, per continuare a volare, serve un po’ meno “boia chi molla” e un po’ più Biancofiore, intesa come scuola di aggregazione Dc che potrebbe attirare a sé anche parti di Forza Italia e di quel centro che comunque non riesce ad emergere e che apprezza in lei la coerenza assoluta rispetto a questi governi retti da accozzaglie contro natura. Del resto, il tempo per diventare meno “Ducetta” e più Regina di Cuori c’è tutto.

Luigi Bisignani, Il Tempo 23 maggio 2021

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