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Draghi umilia il cinese Conte - Seconda parte

Sarà anche per questo che, ospite di Lucia Annunziata, l’avvocato di Volturara Appula ha tentato di rimediare al patatrac. Capita la mala parata, Conte s’è finto filo atlantista come mai si era mostrato prima. Ha parlato della “alleanza atlantica” come di un “pilastro del sistema Italia”, ha liquidato le polemiche come “superflue”, ha cercato di “non caricare di significati” una vista che ritiene “normale”. Ma non ha rinnegato la necessità di “poter dialogare” anche con il gigante asiatico per “avvantaggiarci economicamente”. Posizione logica, forse compresa anche da Draghi, ma non del tutto condivisa. Almeno non nei termini del memorandum sulla Via della Seta che si appresta ad “esaminare con attenzione”. “Nessuno disputa il fatto che la Cina abbia diritto a essere una grande economia come le altre – ha detto Draghi – quello che è stato messo in discussione sono i modi che utilizza, anche con le detenzioni coercitive. È un’autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali e non condivide la stessa visione del mondo delle democrazie”. La musica insomma è cambiata, giusto o sbagliato che sia. Conte avvisato, mezzo salvato.

Giuseppe De Lorenzo, 14 giugno 2021

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